Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Regione FVG un possibile caso di etica mancata



L’assessore con le deleghe alla Funzione pubblica, Autonomie locali e Coordinamento delle riforme , che dall’estate del 2009 faceva parte della giunta regionale del Presidente Tondo, si è dimesso per rivestire un ruolo nel Cda di Insiel.

Cosa è l’Insiel?

Nel  MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001, N. 231 come pubblicato nel sito dell’Insiel si legge testualmente che l’ Insiel (Informatica per il Sistema degli Enti Locali), società costituita nel 1974 sotto il gruppo Finsiel (Telecom Italia), in partnership con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, è nata con l’obiettivo di realizzare il sistema informativo regionale. Nel tempo si è evoluta fino a diventare una tra le maggiori società italiane di consulenza e soluzioni IT per la Pubblica Amministrazione Locale e la Sanità. Nel 2005 un passaggio azionario da Telecom alla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia delle quote di partecipazione in Insiel ha portato la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia a detenere il 100% del pacchetto azionario di Insiel, dopo aver acquisito anche il 1,47% in una prima fase detenuto dall'Azienda per i Servizi Sanitari n. 4 "Medio Friuli". Per ottemperare alle prescrizioni del Decreto , la Regione Friuli Venezia Giulia ha quindi stabilito l’avvio di un’operazione di scorporo delle c.d. “attività non consentite” svolte da Insiel S.p.a

Insiel opera sul territorio regionale progettando soluzioni IT di avanguardia per le pubbliche amministrazioni locali e la sanità facilitando il loro rapporto con i cittadini e le imprese: l’azienda segue oggi circa 300 enti del Friuli Venezia Giulia oltre all’ente Regione. Insiel inoltre coordina gli interventi, progetta e gestisce direttamente l’infrastruttura di dorsale regionale a larga banda unitamente alla Rete Unificata per le Amministrazioni Regionali (RUPAR). Con circa 700 dipendenti e numerose partnership caratterizzate da un profondo radicamento sul territorio e un forte know-how tecnologico, l’azienda punta ad offrire servizi e soluzioni di altissima qualità nel settore dell’Information Communication Tecnology (ICT).

Questa società  ha un capitale sociale pari ad euro  17.766.250, diviso in n. 17.766.250 azioni da nominali euro 1,00 cad.,  interamente detenuto dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia.
La regione Friuli Venezia Giulia tende a considerare l’Insiel come ente strumentale. Le delibere che si sono susseguite in particolar modo dalla fine del 2008 ad oggi hanno rafforzato il campo di operatività di questa società.  Per esempio nel  2011 emerge una delibera regionale che autorizza ai sensi dell’art 51 , comma 4 , della lr 14/2002 , l’affidamento in delegazione amministrativa intersoggettiva alla società insiel s.p.a. la progettazione definitiva ed esecutiva e della realizzazione degli interventi di cablatura in fibra ottica delle aree industriali facenti capo a consorzi e distretti industriali del Friuli Venezia Giulia.

Oppure emerge successivamente il conferimento ad insiel spa della delega per la gestione dei rapporti con gli operatori delle telecomunicazioni che intendono avvalersi della rete pubblica regionale per il superamento del divario digitale presente sul territorio del FVG.

Oppure l’Autorizzazione a concedere gratuitamente ad insiel spa, considerata come ente strumentale, ai sensi dell’ art 9 bis, comma 3, della lr 57/1971, l’immobile regionale ubicato in via san Francesco, 43 a Trieste, compresi gli impianti tecnologici funzionali all’operatività dell’edificio e le strutture logistiche di pertinenza dell’edificio sulla base dello schema di concessione.

Perfezionato il quadro di operatività di questa società, considerata come ente strumentale e quindi legittimata ad utilizzare gratuitamente l’immobile regionale di via San Francesco compresi gli impianti tecnologici connessi,  accade che uno dei principali esponenti della Giunta regionale del FVG viene nominato nel CDA di questa società.

L’attenzione si è concentrata sulla problematica vitalizio e possibile riscatto da parte dell’Assessore dimissionario, polemiche che lui ha già sedato con la dichiarazione di rinuncia. A parer mio il vero elemento su cui focalizzare l’attenzione deve essere e non può che essere , visto quanto brevemente illustrato in precedenza, il seguente punto: quanto è tollerabile, eticamente, che un politico che ha fatto parte di una giunta che ha deliberato e rafforzato la struttura della società considerata, alla fine prossima del mandato politico della giunta in carica, venga nominato nel CDA della società considerata?
Il codice etico dell’Insiel esplica che  non eroga contributi, vantaggi o altre utilità ai partiti politici e alle organizzazioni sindacali dei lavoratori, né a loro rappresentanti o candidati, fermo il rispetto della normativa applicabile.  La nomina di Garlatti sarà anche legittima, legale, ma eticamente a parer mio non lo è. Ed è su questo punto che si dovrebbe riflettere.
Perché si corre il rischio che le Regioni possano realizzare, edificare, nel corso del tempo enti strumentali ad hoc per poi accomodare la solita politica. Io non voglio trarre conclusioni, riporto solo dei fatti, ognuno è libero di dedurre le libere interpretazioni, ma a parer mio, sarebbe un bel gesto etico e sociale che l’assessore dimissionario della giunta Tondo, si dimettesse anche dalla neo carica di componente di CDA dell’Insiel.
Nessun componente della politica, né direttamente né indirettamente, specialmente quando ha fatto parte di una giunta che ha deliberato a favore di un certo ente o  certa società, deve rivestire alcun ruolo nella considerata società od ente.

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