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Visualizzazione dei post da giugno, 2012

Maggio 1948: il primo treno d'Italia a Monfalcone dopo la guerra

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Poche ore dopo l'insediamento del primo Presidente della Repubblica, a Trieste, giungeva il primo treno d'Italia, dopo la fine della seconda guerra mondiale. Treno che passava chiaramente anche dalla stazione di Monfalcone, come testimonia un breve fermo immagine tratto dal prezioso video dell'archivio dell'Istituto Luce. Il video interessa l'i naugurazione della linea ferroviaria Venezia-Trieste. Fu un fatto storico di estrema importanza, un piccolo segnale di ritorno alla normalità in un Paese ridotto in macerie a causa della seconda guerra mondiale. Le ferrovie sono sempre state importanti nel nostro territorio, soprattutto grazie agli investimenti originari effettuati dall'Impero asburgico. Nel 1854 venne infatti aperta la linea da Trieste a Vienna  attraverso il Semmering. Il progettista fu il veneziano Carlo Ghega, a cui a Trieste è dedicata una via in città, linea di 14 gallerie, una delle quali raggiungeva la lunghezza di  ben 1431 m, con 16 viadotti e

Regione FVG un possibile caso di etica mancata

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L’assessore con le deleghe alla Funzione pubblica, Autonomie locali e Coordinamento delle riforme , che dall’estate del 2009 faceva parte della giunta regionale del Presidente Tondo, si è dimesso per rivestire un ruolo nel Cda di Insiel. Cosa è l’Insiel? Nel   MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E GESTIONE AI SENSI DEL DECRETO LEGISLATIVO 8 GIUGNO 2001, N. 231 come pubblicato nel sito dell’Insiel si legge testualmente che l’ Insiel (Informatica per il Sistema degli Enti Locali), società costituita nel 1974 sotto il gruppo Finsiel (Telecom Italia), in partnership con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, è nata con l’obiettivo di realizzare il sistema informativo regionale. Nel tempo si è evoluta fino a diventare una tra le maggiori società italiane di consulenza e soluzioni IT per la Pubblica Amministrazione Locale e la Sanità. Nel 2005 un passaggio azionario da Telecom alla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia delle quote di partecipazione in Insiel ha portato la Region

Il caso del monumento ai 71 ostaggi fucilati dai nazisti di Opicina

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Con questo intervento voglio riportare alla memoria un luogo conosciuto da tanti ma dimenticato anche da tanti. Il monumento ai 71 ostaggi fucilati dai nazisti il 3 aprile del 1944 in Opicina. Quella terra che sovrasta il golfo di Trieste ed è raccolta nelle alture carsiche è ricca di storia, di sofferenze, di resistenza. Eppure noterai che non sempre i monumenti in questo Stato hanno lo stesso peso, hanno lo stesso valore. Dipende spesso da quanto possano essere strumentali a determinate logiche. Pensi alle Foiba di Basovizza dichiarata ufficialmente Monumento Nazionale , curata nei minimi particolari, e pensi al monumento dedicato ai 71 ostaggi fucilati dai nazisti, che non ha avuto lo stesso tipo di attenzione da parte delle solite istituzioni. Eppure si parla di essere umani morti per quella libertà che oggi diamo come cosa scontata, ma non lo è. Nulla è scontato. Qualche giorno addietro mi trovavo al Knulp di Trieste, locale di riferimento di intellettuali, m

Trieste nell'inferno dell'incuria

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«  Ed ecco verso noi venir per nave un vecchio, bianco per antico pelo, gridando: "Guai a voi, anime prave!   » Dante così descriveva Caronte, quel Caronte che a breve trasporterà tutti noi nel pieno della rovente estate. Armato di cellulare e buona volontà e tanto amore per la città che ti ospita, decidi di proseguir nel cammino infernale in quel girone del degrado vivo e vegeto in Trieste; dopo l'intervento Trieste in pieno degrado, alcuni perchè , ora è il momento di  Trieste nell'inferno dell'incuria. Percorri la Riva Tommaso Gulli e noterai una piccola madonnina incastonata nel possente muro del Palazzo che domina buona parte di questa via. Tra Riva Grumula e via Ottaviano Augusto, via la cui targa indicante il nome di questa strada è a dir poco illeggibile ecco incrociar l'ennesimo degrado cittadino. Bottiglie abbandonate ovunque, eppure nell'atto di scattare ed immortalare queste foto, avevo appena incrociato una scolaresc

Trieste in pieno degrado, alcuni perchè

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Trieste, Trieste, la bella addormentata, la Principessa rinchiusa nel Castello della memoria mai perduta e vissuta. Già perchè sembra proprio che Trieste sia prigioniera del suo passato, sembra che sia prigioniera di quel senso di bellezza rinchiuso in qualche libro di storia. Un tempo nelle Città storiche si provvedeva almeno a tutelare il senso dell'apparenza. A Trieste non accade più neanche questo. E' da qualche settimana che segnalo le cose più visibili, che denuncio il degrado visibile che urla nel silenzio rabbioso perchè? Perchè le Rive sono in queste condizioni? Perchè il Molo Audace è in queste condizioni? Perchè la Fontana assetata di Piazza del PonteRosso è in queste condizioni? Perchè il mare schiaffeggiante  le Rive ed il molo Audace è spesso, anche per intere giornate, in queste condizioni? Perchè il Canal Grande continua ad essere sporco e degradato? Perchè nei pressi della Stazione Centrale vige una struttura murari

No alla privatizzazione di PALAZZO CARCIOTTI

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Tutte le profezie più nefaste oggi trovano affermazione. Annullamento dei diritti dei lavoratori, svendita dei beni comuni, speculazioni edilizie e finanziarie, ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri. Poche battute per descrivere alcuni effetti voluti della crisi, crisi ove alcuni soggetti inevitabilmente sazieranno la propria fame con la svendita dei beni comuni o la dismissione dei beni pubblici. Trieste ultimamente soffre una grave incuria, dal Molo Audace che continua a rimanere offeso e leso, dal Canal grande che continua a rimaner sporco, dalle strade sempre più sporche . Le risposte che spesso vengono conferite sono univoche:   mancanza di fondi. Ed ecco allora che vedrai i privati pulire Piazza Hortis ma al prezzo della diffusione di pannelli fissi pubblicitari, ciò perché non si è in grado di pensare ad altre soluzioni. Per esempio incentivare i cittadini all’autorganizzazione riconoscendo delle agevolazioni fiscali sulle tasse comunali od offrendo en

Spegnere una sigaretta in Croazia

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La Croazia è un paese che ha vissuto enormi speculazioni edilizie. Vedrai il cemento arrivar sulle rive che costeggiano il selvaggio mare. Ma in tale terra dalle strade che tra covoni e ulivi ti conducono verso il meraviglioso mare noterai e vivrai situazioni particolari. Per esempio ti capiterà di pagare in euro e ricevere il resto in kune, la moneta locale, mangiare la pizza con il formaggio e non con la canonica mozzarella, leggerai i menù in inglese e croato ma ordinerai in italiano. Piccole cose che possono lasciarti indifferente oppur far sorgere alcuni pensieri. Per esempio incontrare vari cestini ove spegnere la sigaretta con scritto Getta qui le sigarette , in Italiano e con il richiamo della normativa italiana, il DL del 1997 n° 22. Cestini ferrosi color giallo rossi, disseminati lungo quella Laguna ove interessi privati e pubblici si confondono nella gestione del bene comune. Direte, nulla di eccezionale. Forse si tratterà di cestini riciclati dall’Ita

La nuova possibile strategia delle mafie contro il carcere duro.

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Leggo dal Quotidiano della Calabria la seguente dichiarazione rilasciata da un boss della cosca Pesce: «La cosca Pesce non esiste. Ai miei figli ho sempre detto di costituirsi, perché altrimenti lo Stato si accanisce» Qualche giorno addietro ha creato qualche scalpore il provvedimento con il quale il Tribunale di Sorveglianza di Roma si è pronunciato in modo negativo sulla proroga del carcere così detto duro verso Troia, affermando che: "La perdurante operatività della famiglia mafiosa non risulta invece comprovata. Nessuna delle vicende riportate nel decreto ministeriale appare riconducibile alla famiglia di Capaci e ancor meno alla persona di Troia. E non emerge alcun indizio di attuale sussistenza dell'interesse dell'organizzazione mafiosa a intessere indebiti collegamenti con Troia". Ora l'articolo Art. 41-bis, che è una norma inserita all'interno delle disposizioni che disciplinano il funzionamento dell' ordinamento penitenziar

Sei del Sud? Allora sei un barbaro. Il caso del concorso per presidi del Friuli Venezia Giulia

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Il concorso per presidi continua a fare discutere. Dopo i ricorsi al Tar rigettati, è seguita anche la produzione di un vero e proprio esposto alla Procura della Repubblica. Ma probabilmente ciò che dovrebbe comportare l'annullamento delle prove, a parer mio, non sarà nessun atto di impugnazione giuridica, ma sostanziale. Quello che si è appreso dal giornale locale, il Piccolo, è a dir poco vergognoso. Sì, vergognoso. Parto da una prima considerazione. Il Piccolo, nello spazio riservato alle notizie regionali del 22 giugno 2012, rende noto che uno dei ricorrenti, non ammesso agli orali, sosteneva che I care era il motto inventato da Don Milani, secondo il presidente della Commissione giudicante, che è avvocato distrettuale dello Stato per il Friuli Venezia Giulia, “I Care è il motto inventato da Obama ed in Italia adottato da Veltroni e che è un errore attribuirlo a Don Milani che si esprimeva in toscano ed in latino, non certo in inglese” Intern