L'Italia è il Paese
dalla memoria corta, corta come quell'utopia che separa la voglia di
democrazia reale e partecipata, dalla democrazia reale e vigente.
L'Italia è il Paese dove
puoi cercare la verità ma non trovare la verità.
L'Italia è il Paese dai
tanti e mille misteri, dove indizi gravi, precisi e concordanti
determinano quella prova che potrebbe accusare il sistema per tutte
quelle sofferenze patite dal popolo civile, eppure in quel caso
l'indizio non può e non deve divenire prova.
La Scuola come base
solida su cui ogni democrazia, degna di tal nome ed essenza, dovrebbe
poggiare il proprio essere democratico, libero e rispettoso di ogni
dignità civile ed umana, è la Scuola che soffre, soffre carenze,
soffre lesioni, soffre offese da parte di un sistema che colma la
propria bocca con demagogia e sterile retorica, ma il cuore della
Scuola pulsa con una lentezza così agonizzante che comporterà la
lenta ed inevitabile ed inesorabile morte in una sorte scritta e
decisa da molto tempo.
La strage che forse mai
alcuna verità avrà, quale quella di Brindisi non deve essere
dimenticata.
Non deve essere
dimenticata così come è accaduto per altre stragi evitate o
maturate, che hanno riguardato sempre il mondo della Scuola.
Parlo per esempio della
bomba del 15
marzo 1974 al liceo "Vittorio Veneto" di Milano, parlo del
25 marzo 1974, dove nel raid contro la casa dello studente di Milano
rimarrà ferita una bambina, parlo della bomba di Trieste del 27
aprile 1974
della
scuola slovena del quartiere San Giovanni, parlo della bomba della
scuola Bartolomeo Guidobono, di Savona, nel 12 novembre 1974.
Ma parlo anche del crollo
della scuola a San Giuliano di Puglia, avvenuto nell'ottobre 2002, in
cui morirono 27 bambini e una maestra, oppure del crollo di un
controsoffitto avvenuto nel novembre del 2008 al liceo «Darwin» di
Rivoli, in provincia di Torino, dove Vito a soli di 17 anni, perse la
vita.
E parlo ora di quel
maledetto 19 maggio del 2012, che ha condotto Brindisi su quel
terreno della immensa sofferenza.
Melissa è stata uccisa.
Altre ragazze ferite.
Famiglie distrutte.
E la Scuola ancora una volta viene colpita.
Ed allora per Melissa,
Vito,per tutti gli studenti e le studentesse che hanno perso la
propria vita a Scuola, per motivi apparentemente sconnessi, ma in
realtà entrambi figli di un degrado sociale e sistemico che da un
lato genera violenza con le bombe e dall'altro incuria che ricade sulla sicurezza del popolo della scuola, per la scuola come fondamento di ogni
democrazia che sia libera e democratica, per non dimenticare
Brindisi, così come è accaduto per altri eventi dimenticati da
tutti, per difendere la scuola come bene comune, il 19 maggio deve
diventare il giorno della Scuola.
Un giorno dove in tutta
Italia le scuole sospendono la ordinaria attività didattica ed
apriranno le porte alla società tutta, dove si discuterà in
momenti assembleari, tra cittadini, studenti, e docenti e personale
scolastico di democrazia, di libertà, di anti-mafie, di anti-fascismo, dove le parole ed il confronto
usciranno dal binario della demagogia per diventare memoria storica e
reale.
Una memoria che non dovrà
far dimenticare la vile uccisione di Melissa e l'ennesimo attacco alla scuola.
E' una proposta che nasce
da una constatazione di fatto.
E' una mia proposta che nasce dal basso e dalla rete e dalla più profonda sofferenza umana.
E' una proposta che potrà essere condivisa o meno.
L'Italia non ha memoria,
e la mancanza di memoria offuscherà ogni democrazia.
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