Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Da Brindisi nasce la santificazione delle mafie?

 
E' un titolo forte quello che ho scritto.
Scritto con violenza, perché a volte le parole sono più violente di ogni azione.
Parto da una delle ultime dichiarazioni rilasciate da alcuni mafiosi, e con questo termine intendo tutti gli appartenenti alle varie mafie, nelle galere pugliesi: "È inutile che perdiate tempo con noi perché noi non c'entriamo nulla…"
Oppure dalle considerazioni che seguono, del tipo che la Sacra Corona Unita, che altro non è, nelle sue varie articolazioni, che una costola della 'ndrangheta, della camorra e della mafia, si è attivata per fare arrestare l'autore della strage.
Altri che le mafie pugliesi, perché la Sacra Corona Unita non può fare una cosa del genere perché lavora da tempo per il consenso sociale.
Consenso sociale che probabilmente incrementerà se l'autore materiale ma non certamente il mandante di quella strage verrà preso proprio grazie all'aiuto delle mafie.
Ora io ho detto e scritto fin dall'inizio che quella non è una semplice strage di mafia.
E' altro.
Le mafie sono spesso uno strumento, anche manovale, per la realizzazione di altri fini e scopi.
Ed omologare quel fatto ad una semplice strage di mafia sarebbe un grave errore.
La strategia della tensione passata ha molto insegnato sul punto, specialmente sulla convivenza tra mafie e lotta armata sia rossa che nera che apparati dello Stato, e quella storia è nuovamente in itinere.
E le dichiarazioni puntuali del Presidente della Repubblica devono lasciare intendere che qualcosa in tal senso esiste.
Le mafie hanno sempre ucciso ed ucciso anche andando contro i canonici codici di onore.
Bambini e donne non si toccano? Le mafie non uccidono in quel modo?
Falso.
Basta pensare alle tantissime donne uccise direttamente o indirettamente dalle mafie.
Penso per esempio a Lea Garofalo torturata ed uccisa e sciolta nell'acido , a Rita Atria che si uccise una settimana dopo la morte di quello che lei considerava come il suo padre acquisito Paolo Borsellino, alla quattordicenne Annalisa Durante, che il 27 marzo 2004 a Forcella, durante uno scontro a fuoco fra diverse fazioni della camorra, perse la vita.

Le donne uccise per mafia ci sono state e ci saranno ancora, specialmente quelle direttamente uccise dalle mafie.
Perché le donne fanno e faranno tremare le mafie.
Perché le donne hanno un potere immenso e represso da quella società patriarcale ancora vigente destinato ad implodere e poi esplodere in una grande e viva ribellione.
La sensazione che lentamente maturo su tutta questa triste, tristissima vicenda, è che le mafie ne stiano uscendo bene.
Sono persone che aiutano, che cercano ed ottengono il consenso sociale che addirittura aiutano lo Stato a catturare l'esecutore materiale della strage di Brindisi.

“Dite al procuratore che se li prendiamo noi gli attentatori, ce li mangiamo vivi, è questo il messaggio”

Queste sono parole che sarebbero state pronunciate da uno degli esponenti più significativi della Sacra Corona unita al caposcorta del Pubblico Ministero Milto De Nozza
Aiuto che andrebbe rifiutato senza se e ma, aiuto che andrebbe rifiutato con un no fermo e deciso, perché lo Stato che condanna le mafie, che partecipa alla ritualità per ricordare la vile morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e non solo, non può accettare questo aiuto, non deve accettare questo aiuto o questa collaborazione.
Perché se così fosse, la convivenza tra mafie e Stato sarà destinata a rimanere stabile nel corso del tempo ed ogni grido ed urlo volto a condannare le mafie, sarà solo pura retorica e demagogia.
Il problema è che non ho sentito alcuna smentita su questo punto, anzi sembra che l'aiuto sia cercato.
E sinceramente in questo tempo, in questa epoca così difficile non abbiamo certamente bisogno né di retorica né di demagogia..
Cosa accadrà se l'esecutore materiale della Strage di Brindisi verrà catturato grazie all'aiuto delle mafie? Come ne usciranno le mafie?
Nel famoso documento recapitato il 5 aprile del 2012 alla rai di Genova, si scriveva che lo Stato arriverà sempre secondo, perchè è arrivato sempre secondo.
Sarà così anche per Brindisi?
Il fatto di Brindisi rientra in un qualcosa che probabilmente non avrà mai verità.
Si può cercare la verità, ma non la si deve trovare, almeno ufficialmente.
Questa è l'Italia di oggi, di ieri e forse di domani.
Ma per cortesia umana, per rispetto di tutte quelle persone uccise direttamente o indirettamente dalle mafie, evitiamo che si arrivi alla santificazione delle mafie, evitiamolo.


Marco Barone

Commenti

  1. si potrebbe andare in carcere a vedere di trovare un brandello di verità come con il caso Cirillo... oppure, magari, cerca a Parigi presso la scuola di lingue ...
    si potrebbe anche essere seri e cercare do c'è - di sicuro - chi mesta nel torbido. Copione già visto, purtroppo!

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