Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

Cercare la verità, ma non trovare la verità.




Non riesco più a scrivere poesie.
La vita è un dramma quotidiano.
Non ho fiato,non ho respiro per la poesia.
Quale poesia oggi, nella perenne eresia 
che uccide ogni sogno ed utopia?


Non bisogna mai stancarsi di cercare la verità sulla morte di Giovanni Falcone come su quella di Paolo Borsellino”.  Queste parole sono state pronunciate dal presidente del Consiglio Mario Monti a Palermo al Memorial dedicato alle Vittime di mafia.

Ogni anno, quando giunge il 23 maggio, si assiste alla solita ritualità che unisce la strage di Capaci a quella di via d'Amelio.
Giovanni Falcone  Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Paolo Borsellino, Agostino Catalano , Emanuela Loi , Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, sono stati uccisi da quello Stato che ha tradito la lotta alla mafia di Stato.
Uomini e donne fatti a pezzi, massacrati, prima e durante e dopo l'evento deciso e manovrato dalla politica di Stato.
Non voglio ricordare solo Giovanni e Paolo, ma voglio ricordare tutte e tutti quelli che hanno condiviso la sorte di Stato.
La mafia è stato uno strumento manovale.
La Germania, la Svizzera, i paesi dell'Europa dell'Est, ma anche l'America, l'Argentina, la Colombia, il Canada, sono paesi ove le mafie, tutte, riciclano da anni quel danaro sporco di sangue passato anche per Capaci e via d'Amelio.
La morte degli uomini e delle donne che non cercavano più la verità ma stavano per trovare la verità, non è stata decisa nelle stanze del potere siciliano, ma altrove.
La mafia è stata manovalanza infiltrata dal potere, usata dal potere, che ha condizionato lo Stato perché sia stato.
Chi ha usato la mafia, chi ha trattato con lo strumento della mafia, con una parte di Stato, oggi è libero.
E lo sarà anche domani.
Dice bene Monti si deve cercare la verità.
La cerchiamo da una vita la verità per tutte quelle stragi che mai avranno verità.
Perché la verità la puoi anche cercare, ma non trovare.


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