A proposito della provincia di Gorizia/Monfalcone o ....Isontina

  IN FVG si è registrata in materia di province una situazione bizzarra. Prima le aboliscono, poi nascono le UTI, poi gli EDR, poi si propone il ritorno a ciò che è stato abolito il tutto in una regione che deve fare i conti con un calo demografico devastante forse la migliore soluzione sarebbe quella di costituire la provincia autonoma di Trieste e di Udine, sul modello del Trentino Alto Adige/ Südtirol inglobando l'Isontino o nella provincia di Trieste o in quella di Udine? Intanto, giunge la proposta della costituzione della provincia di Gorizia/Monfalcone. Ogni volta che si tocca il nome di qualcosa, si scatena sempre un putiferio, il merito però di questa proposta, a prescindere dal nome, è quello di aver acceso l'attenzione sul fatto che vi è la necessità di unire un territorio diviso come non mai. Da un lato hai Monfalcone che va oltre i 30 mila abitanti, dall'altro Gorizia che scende sotto la soglia dei 34 mila abitanti. Da un lato hai Monfalcone centrica, in qu

Il numero "cinque" ed i rapporti tra mafia,Stato e Falange armata.



Il numero cinque rischia di diventare una chiave di lettura inquietante di quella storia italiana che ha procurato vittime, dolori, sofferenze, stragi ed il golpe mancato, almeno sino ad oggi.
Quando parlavo della legge dei cinque  lo facevo con i dubbi del caso.  Sono il primo a manifestare un grande ed immenso scetticismo su certe tematiche. Però a volte le coincidenze devono spingere alla riflessione. Alla fine saranno solo mere supposizioni, oppure follie pure, oppure semplici constatazioni di fatto.
Affrontare le tematiche che riguardano poteri occulti, terzo o quarto livello, simbologia e strane, forse poi neanche tanto, coincidenze, rischia di compromettere la credibilità anche di chi scrive per un semplice motivo.
La prima forza del potere, che ora chiamerò occulto, ma ben noto agli addetti ai lavori, è data proprio da quel senso di scherno, di presa in giro, di follia, che può essere sollevato nei confronti di chi affronta certe tematiche. Le frasi tipiche che puoi sentirti dire sono" ma che dici, sei complottista, dietrologo, dai i numeri, mah..."
 Già, mah. Un mah che estremizza il doppio sentimento. Da scherno ad inquietudine. " E' inquietante" è l'altra frase tipica che potrebbe essere sostenuta da chi vuole ascoltare ed andare oltre il solito muro dell'apparenza.
Io mi chiedo il perchè delle coincidenze.
Perchè?
Qualcosa di strano in tutta questa vicenda emerge.
Sulla questione della lettera dei nove italiani, che in sostanza potrebbe, con quella parola chiave, o meglio numero chiave, riscrivere la storia di questo Paese.
Nel senso che da quella lettera, è stato possibile rileggere determinati eventi in altra ottica.
Quel numero può permettere di collegare eventi apparentemente sconnessi tra di loro, ma che in realtà potrebbero non esserlo.
Ed ora comprendo meglio perchè quando si parla della strage di Capaci o di via d'Amelio si parla di strage di "Stato" e non di semplice strage di mafia.
Si rischia di riscrivere la Storia che parte dal 25 aprile del 1969 , dove inizia operativamente la storia stragista di questo Paese, si rischia di riscrivere la vicenda trattativa Stato-Mafia, ove la trattativa come conosciuta dall'opinione pubblica, concentrata specialmente sul regime duro carcerario riservato ai mafiosi, era solo una maschera, perchè la vera trattativa riguardava o meglio avrebbe potuto riguardare la presa effettiva del potere, il passaggio delle consegne dallo Stato ufficiale allo Stato c.d deviato.
 Anche perche’ il 19 luglio 1992, quando esplose l’autobomba in via D’Amelio, mancavano pochi giorni dalla scadenza del termine di approvazione del decreto legge dell’8 giugno 1992, contenente, tra l’altro, la modifica dell’art. 41 bis dell’Ordinamento penitenziario,quello tanto odiato dai mafiosi.
Ma come reputare credibile che lo Stato avrebbe ceduto sul 41 bis a fronte dell'attentanto di via D'Amelio? Avrebbe manifestato apertamente e pubblicamente tutta la sua debolezza, andando contro quello che tutti si aspettavano, non cedere al ricsatto dei mafiosi.
No.
Non era quello il motivo della trattativa.
Era altro.

Il numero cinque.
Il 2 aprile 2010 Ciancimino riceve una strana lettera di intimidazione: «Non infanghi chi ha salvato l'Italia dal comunismo. Vada a vivere all'estero». Ed ancora:  Un solo fine frutto di più azioni, cinque, un numero che dovrebbe farla riflettere, le mie credenziali in busta.  Sempre lui, il numero cinque come i proiettili di kalashnikov e i nomi dei cinque bersagli indicati nella lettera, come l'orario della morte del padre di Ciancimino.
La lettera arriva o doveva arrivare, come emerge dal conenuto della stessa, il 2 aprile. Il 2 aprile è la data di nascita del padre di Ciancimino jr.  Vito Ciancimino morì a Roma il 19 novembre 2002. Secondo le dichiarazioni del figlio Massimo, che siano credibili o meno, il padre sarebbe stato ammazzato perché intenzionato a pentirsi con l'aiuto dei magistrati Gian Carlo Caselli e Antonio Ingroia. A Caselli disse: "quando lei riuscirà a condannare anche il senatore Giulio Andreotti anche a un solo giorno di carcere, dopo 24-48 ore mi chiami e cominceremo a parlare del terzo livello". La prima condanna di Andreotti a Perugia per il processo Pecorelli è del 17 novembre 2002. Ciancimino muore alle 5 del mattino del 19.
In ogni caso parlano i fatti.
Una prima sentenza di condanna di uno degli uomini più ambigui della storia della Repubblica italiana.
La morte quasi immediata di Ciancimino padre.
Coincidenze?
Il tono della lettera del 2 aprile, il richiamo al cinque, ora di morte del padre, come i proiettili ad esempio, il richiamo all'anticomunismo, sono tutti elementi che trovano fondamento nella strategia stragista iniziata nel 25 aprile del 1969, che doveva portare al golpe. Golpe, il primo, fallito per poco.
Ma la strategia continua.
Quello che era Gladio, si riciclerà probabilmente in quella che sarà la c.d Falange armata.
La strategia è sempre la stessa.
I legami sempre gli stessi.
Servizi segreti, fascisti, società segrete, massoneria deviata, mafia come braccio sia operativo che di collegamento, tra le varie realtà che si adoperavano per realizzare il golpe. 
Ed allora sorge il dubbio. 
Le stragi di Mafia non erano semplici stragi di Mafia, ma altro?
Nell' audizione del capo della Polizia Masone, del 21 dicembre 1994 emerge che...








 la strategia era la seguente: 






 

Falenge armata che è strettamente connessa anche alla uno bianca.
Uno bianca che si dimostrerà essere un pezzo di quella strategia della tensione volta a realizzare un nuovo golpe.
Ed infatti, Ciampi, presidente emerito, all'epoca dei fatti presidente del Consiglio, in una situazione sociale e politica molto simile a quella che viviamo oggi, affermerà Non esito a dirlo, oggi: ebbi paura che fossimo a un passo da un colpo di Stato. Lo pensai allora, e mi creda, lo penso ancora oggi.
  
A Giovanni Spinosa, presidente del Tribunale di Teramo ed ex pm alla Procura di Bologna, su affari italiani, proprio quel sito dove è stata pubblicata la famosa lettera dei nove italiani, ed ora forse è chiaro anche il motivo perchè proprio su quel sito, perchè probabilmente segue una certa linea, verranno poste alcune domande tra cui: 

Nell'estate 1993 le principali città italiane vengono colpite dalle bombe: Milano, Firenze, Roma. Come mai Bologna viene risparmiata?

"Perché Bologna aveva la Uno Bianca. Mi venne immediatamente in mente in quell'estate. Quando nel novembre dell'anno dopo vengono preso i Savi ho capito tutto. Poi recentemente vengo anche a sapere che per gli attentati di quel luglio erano state usate della Fiat Uno. C'è addirittura un pentito che racconta che a costo di rubare una Fiat Uno è arrivato fin sotto una questura. Qualcosa vorrà dire".

 Il procuratore capo della repubblica di Firenze Vigna, affermava, sempre sulle bombe del 1993 che,
Per diversi collaboratori di giustizia, Totò Riina si sarebbe incontrato con persone più importanti di lui. C’era una strategia che doveva portare a dei colpi all’assetto politico dell’epoca. Ci ha particolarmente colpito la singolarità degli obiettivi che non sono propri di cosa nostra, come le chiese ed i musei. Questo fattore ci ha stimolato ad investigare se al di fuori di Cosa nostra ci fossero stati degli input, tenendo presente che Cosa nostra è un tassello di un più ampio mosaico criminale dove possono concorrere imprenditoria criminale, politici con la “P” maiuscola, logge massoniche deviate”.
 Riguardando gli eventi cronologici riassuntivi di quel periodo,  si nota quanto segue:
 

* 15 Gennaio 1993 viene arrestato il boss mafioso Totò Riina.


* 31 Gennaio 1993, Spadolini dichiara: "...Viviamo in un momento pericoloso, non posso escludere neanche l'ipotesi di azioni destabilizzanti e violente”


* 16 Aprile 1993, dimissioni di Giuliano Di Bernardo dalla carica di Gran Maestro della massoneria del Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani. Si registra l’arresto di ben 55 componenti della banda della Magliana tra cui Ernesto Diotallevi, Massimo Carminati (ritenuto artefice del depistaggio nelle indagini sulla strage di Bologna), Enrico Nicoletti, collegati a fatti di mafia, eversione nera e alla loggia P2.


* 18 Aprile 1993, Di Bernardo, ex gran maestro del GOI, annuncia la nascita di una nuova obbedienza massonica


* 14 Maggio 1993, alle 21,40 esplode in Via Fauro a Roma, una Fiat Uno imbottita con 120 chili di una miscela esplosiva costituita da tritolo, T4, pentrite e nitroglicerina. L'esplosione provoca 24 feriti. Anche in questo caso ci sarà una rivendicazione della Falange Armata. L'attentato, probabilmente contro Maurizio Costanzo, provoca 15 feriti


* 18 Maggio 1993, viene arrestato il boss mafioso Nitto Santapaola


* 27 Maggio 1993, alle 1,04 in via dei Georgofili a Firenze nei pressi della galleria degli Uffizi esplode un Fiat Fiorino imbottito con 250 chili di una miscela composta da tritolo, T4, pentrite, nitroglicerina. L'esplosione, che fa crollare la Torre dei Pulci, sede dell'Accademia dei Georgofili, provoca 5 morti e 48 feriti, sarà rivendicata dalla Falange Armata. Su vari organi di stampa viene ipotizzata la matrice mafiosa dell'attentato con il coinvolgimento dei servizi segreti e di logge massoniche


* 2 Giugno 1993, a Roma, a Via dei Sabini, a 100 metri da Palazzo Chigi viene scoperta una bomba che viene rivendicata dalla Falange Armata


* 27 Luglio 1993, alle 23,14 esplode in Via Palestro a Milano davanti alla Villa Reale, un'autobomba, danneggiando e distruggendo completamente l'adiacente padiglione di arte contemporanea, cinque persone vengono dilaniate dallo scoppio: tre pompieri, un vigile urbano e un immigrato dal Marocco. La miscela esplosiva usata per l'attentato è costituita da 100 chili di tritolo, T4, pentrite e nitroglicerina. Poco dopo esplodono a Roma due ordigni, uno davanti alla Basilica di San Giovanni in Laterano e l'altro davanti alla chiesa di San Giorgio al Velabro. Anche in questo caso la miscela esplosiva usata è costituita da 2 cariche di 100 chili ciascuna di tritolo, T4, pentrite e nitroglicerina. Nelle stesse ore viene registrato un black out telefonico a Palazzo Chigi, che rimarrà isolato per alcune ore. Gli episodi vengono messi in relazione agli attentati di Via dei Georgofili a Firenze e di Via Fauro a Roma


* 27 Agosto 1993, secondo il settimanale Panorama, l'analisi consegnata dalla DIA al Presidente del Consiglio, individua Cosa Nostra come mandante degli attentati di Roma, Firenze e Milano


Ottobre 1993, la Procura di Trento apre un fascicolo processuale in cui sono inseriti terroristi croati, terroristi fascisti italiani, e avventurieri internazionali e due "insospettabili" romani che avrebbero contattato gruppi di mercenari stranieri per dare l'assalto al centro RAI di Saxa Rubra che doveva svolgersi nell'ambito di un progetto di colpo di Stato. In una intercettazione agli atti dell'inchiesta uno degli inquisiti dice: "...Lei avrà quel che le serve. I soldi non sono un problema ma lei deve garantire il pieno controllo dell'obiettivo per tutto il tempo che sarà necessario. Al resto pensiamo noi, i nostri uomini prenderanno il controllo dei ministeri più importanti. Voi dovete entrare nel centro RAI di Saxa Rubra e tenere sotto controllo ogni struttura della emittente di Stato. Costi quel che costi..."


* 7 Ottobre 1993, viene individuato l'informatore del SISDE che ha fatto scoprire la bomba sulla Freccia dell'Etna il 21 Settembre, è Rosario Allocca, un pregiudicato napoletano, il quale asserisce "...è stato il mio corrispondente del SISDE a inventare tutto, è stato lui a chiedermi di fare in modo che sul treno 810 ci fosse una bomba da trovare...". Allocca , difeso da Angelo Cerbone Di Gaetano ex consigliere del MSI, avrebbe ricevuto l'incarico dal capozona del SISDE di Genova, cioè il tenente colonnello dei carabinieri in forza al SISDE, Augusto Maria Citanna che verrà in seguito incriminato

11 Ottobre, Avvisi di garanzia nell'ambito delle indagini sugli attentati terroristici di Firenze, Milano e Roma, grazie alle rivelazioni del pentito Salvatore Annacondia della Sacra Corono Unita contro i camorristi Francesco Cocozza, Vincenzo Rinaldi e Raffaele Catapano

* 18 Ottobre, vengono cambiati i capi dei servizi segreti italiani: Direttore del SISMI è il gen. Cesare Pucci, a comandare il SISDE è chiamato il prefetto Domenico Salazar e al CESIS va il gen. Giuseppe Tavormina. Viene approvata anche una epurazione di ufficiali dei servizi tra i quali, dirà il ministro della Difesa Fabio Fabbri 300 uomini del SISMI, tra i quali si annidano i 16 sospetti telefonisti della Falange Armata, e l'intera settima divisione, quella da cui dipende Gladio. Più che epurati in realtà verranno rispediti alle sedi di provenienza


* 1 Novembre , Viene ricercato nell'ambito delle indagini sul progetto di assalto alla sede RAI di Saxa Rubra, Renzo Pampalon, che nel frattempo è scomparso. Pampalon, ex legionario, è il padrone di una scuola di sopravvivenza in Val di Lefro, in riva al Garda. Si tratta in realtà di un vero e proprio campo paramilitare frequentato dai giovani borghesi di Trento.


Il giudice Guido Salvini afferma che colui che avrebbe preparato e probabilmente piazzato la bomba della strage di Piazza Fontana è Martino Siciliano, aderente al gruppo veneto di Ordine Nuovo e che nel frattempo sarebbe fuggito in Colombia.


* 25 Novembre, nell'ambito dell'inchiesta per il progetto di assalto alla sede RAI di Saxa Rubra sono stati arrestati per cospirazione politica mediante accordo Giovanni Marra, un pilota civile che avrebbe dovuto procurare degli elicotteri sovietici M18 Taurus che avrebbero dovuto sganciare sulla RAI gas nervino e bombe al neutrone, un'impiegata del SISDE, Marzia Petaccia, invece è stata arrestata per favoreggiamento. Sono stati arrestati anche Roberto Noe e Vittorio Fenili. Nell'inchiesta sono anche finiti Eugenio Pellegrini, giornalista ed editore, autore di libri denuncia, avrebbe presentato un esposto a un Procuratore di Trento che denunciava il tentativo di colpo di stato e uno degli organizzatori, Renzo Pampalon, ex legionario, sotto inchiesta anche per traffico di armi a Siracusa, e per una truffa ai danni di istituti di credito, fondatore della scuola di sopravvivenza "Born to live ", che è stata distrutta a maggio da un incendio doloso.

Unico filo.
Una linea.
Un numero che permette di comprendere cosa è accaduto in Italia o potrebbe essere accaduto in Italia.
Un numero che permette o permetterebbe di riscrivere la Storia italiana, le stragi di mafia, e tutti gli attentati, omicidi, che hanno trovato affermazione con l'unico scopo di destabilizzare il Paese, creare terrore e preparare le consegne ad un nuovo ordine di natura fascista, massonica e mafioso.
La trattativa tra Stato e mafia probabilmente era la trattativa tra Stato e Stato c.d deviato, che ha usato la mafia come braccio armato e forse anche per altro, per arrivare al golpe, l'ennesimo, mancato per un soffio.
Il problema è che la storia si ripete.
Perchè quel numero è ritornato.
Perchè le condizioni sociali e politiche del Paese sono simili a quelle che hanno determinato la c.d strategia della tensione dal 68 in poi e dal 92 in poi, perchè quei poteri non sono mai morti, si sono riciclati, ma sono sempre presenti.
E' da comprendere se quello che accade ora alla Lega Nord, alla Margherita, al PD, alla politica in generale sia frutto di qualche strategia. E' da escludere che si siano collocati certi uomini, in certe realtà, per fare quello che hanno fatto, per fare emergere quello che ora emerge?
Certamente oggi non esiste un pericolo c.d comunista.
I partiti comunisti sono stati fatti fuori dalla politica che conta, da quella rappresentativa.
Ma emergono situazioni di potere che devono essere chiarite e sarà la storia a rispondere a ciò.
Viviamo una sospensione della politica, la sospensione della politica, l'attacco che vive la politica, è un grave problema per la democrazia. Sospendere la politica, che ad oggi ha funzionato male, sia ben chiaro, vuol dire sospendere la democrazia.
Oggi si vive un gran senso di disgusto verso la politica, e le condizioni sociali, economiche, e politiche appunto, possono favorire un qualcosa di forse già visto, e forse mancato per un soffio.
Un qualcosa che probabilmente è già in itinere.
Dilemmi, dubbi, perplessità legittime, che devono maturare.
Forse alla fine saranno solo supposizioni, forse no.
Un numero, un maledetto numero, che lega varie situazioni non certamente situazioniste.
In ogni caso voglio solo far sorgere il senso del dubbio.
Quello che appare non è detto che sia quello che è.
No. 
Ed allora sorge spontaneo chiedersi, ma noi, cittadini, che ruolo abbiamo in tale società?
Abbiamo un ruolo?
O siamo solo spettatori e sotto-pedine che vivono una grande teatrale illusione?



note:* FONTI

* “l’Espresso” del 18.11.1999
e del 21 aprile 2010
* Archivio ANSA
* “Corriere della Sera” del 1.3.1994, 3.3.1994
* “La Repubblica” del 22.3.1995, 14.11.1995"
*audizione del 21 dicembre 1994 del Capo della Polizia
*http://www.iltribuno.com/rubriche/rassegnaStampa.php?id=2683
*Giuseppe De Lutiis, I servizi segreti in Italia, Editori Riuniti, pg. 347
* http://baronemarco.blogspot.it/2012/04/la-legge-dei-cinque-e-le-stragi-di.html
*http://www.misteriditalia.it/stragi1993/cronologia/STRAGI93%28cronologia%29.pdf
* http://resistenze.altervista.org/I-Nove-Italiani-Nove.html

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