C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Dal Caffè degli Specchi, alla Piazza Sociale.


Chiudi gli occhi.
All'improvviso il profumo del mare conquista ogni via della città di Trieste.
Un profumo così intenso, così sensuale così immensamente vivo, che ogni sentimento, ogni pensiero, viene letteralmente trascinato via.
Via da quella Piazza dell'Unità dove inaugurava nella giornata di sabato 24 marzo il Caffè degli Specchi.
Caffè storico cittadino, chiuso per fallimento, ora riapre.
Vedevi le sue vetrine nel corso del tempo riflettere i pensieri ed i vari perché delle persone.
Perché è fallito?
Giornali abbandonati in fretta, vassoi avvolti da carta color blu mare, sempre lui il mare, giacevano assopiti sopra quei tavoli circondati da sedie vuote ma incatenate dalla burocrazia del fallimento, da un tempo senza più vita.
Giorni, settimane e mesi ed ecco il Caffè degli Specchi ritornare in vita.
A Trieste è l'evento del mese.
Banda musicale,autorità, ed una folla enorme in attesa dell'ora x.
Le 17.00 del 24 marzo 2012.
Vedi signore ben vestite, signori in giacca e cravatta , bambini sorridenti e telecamere puntate sul Caffè.
Nello stesso momento però si ascolta una voce.
Una voce che dal megafono diffonde una riflessione.
Alla stessa ora, in Piazza Cavana si svolgerà la Piazza sociale, una piazza che vuole riportare le persone al centro della società, al centro della democrazia mai perfettamente compiuta.
Scocca l'ora.
Parte la banda musicale e quel megafono con le persone della Piazza Sociale andranno in Piazza Cavana.
Si discute.
Si discute del lavoro, della crisi, della scuola pubblica, della cattiva informazione, della libertà di informare, essere informati.
Persone che passano.
Persone che attraversano quella Piazza senza alcuna attenzione.
Altre che si soffermano per capire il perchè della Piazza Sociale.
I bambini invece si avvicinano.
Osservano ed ascoltano.
Forse perché attratti dal megafono, forse perché vogliono semplicemente ascoltare.
Si leggono alcuni appelli, come quelli del comitato no debito che ricorda la manifestazione del prossimo sabato a Milano dove verrà occupata Piazza Affari, oppure quello di Ascoltateli, un'azione collettiva per il ripristino di una comunicazione democratica su questioni d'interesse nazionale. Il 17 marzo cento persone hanno iniziato un digiuno a staffetta in piazza Castello a Torino, per l'ascolto  dei cittadini che vivono in Val Susa. Contemporaneamente, a Genova e Trieste è iniziata un'azione di sostegno ai pacifisti piemontesi che lottano per la democrazia.


Dopo varie "megafonate" inizia l'assemblea.
In cerchio.
Le persone si avvicinano sempre di più.
La Piazza Sociale prende  maggiore forma e consistenza.
Diventa in quel momento voce di sfogo di chi voleva partecipare attivamente all'inaugurazione del Caffè degli Specchi.
Un cittadino denuncia" L'entrata era riservata solo alle autorità, agli invitati, la gente non poteva entrare, tutti fuori ad aspettare per cosa?"
Una cittadina invece sottolinea" le autorità avevano a disposizione un buffet ricco, a noi solo una tartina se andava bene, io non la ho mangiata ho una dignità"
Un passante velocemente percorrendo la piazza affermava" a noi hanno detto che sarà aperto per la gente comune da domenica"
Ed ovviamente inizia una riflessione.
Il Caffè degli Specchi è lo specchio della società?
Al popolo gli scarti, alle autorità, all'alta borghesia il tutto?
Perché non poter entrare tutte e tutti?
Perché questa divisione?
Perché la gente era lì, nonostante tutto?
Già, nonostante tutto.
Piazza Cavana e Piazza dell'Unità ( ex Piazza Grande) così vicine ma così lontane.
Due piazze che esprimono due società differenti, ma Piazza Cavana ha accolto l'indignazione di chi ha vissuto la delusione di una discriminazione sociale, almeno in base a quello che è stato denunciato.
E la Piazza Sociale con il suo megafono, con il suo pannello mobile, ha deciso di ritrovarsi sabato 7 aprile alle 17.00 in Piazza Cavana, riproponendo una forma di comunicazione già sperimentata in altri luoghi, Cagliari, Madrid, Atene.
Sabato 7 aprile si discuterà di democrazia, di governo tecnico, di Europa.
Le persone prima di ogni cosa.
La Piazza sociale contro un tempo sempre più asociale.
Chiudi nuovamente gli occhi.
La carezza del profumo del mare è sempre lì.
Presente.


Marco Barone

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