Chiudi
gli occhi.
All'improvviso
il profumo del mare conquista ogni via della città di Trieste.
Un
profumo così intenso, così sensuale così immensamente vivo, che
ogni sentimento, ogni pensiero, viene letteralmente trascinato via.
Via
da quella Piazza dell'Unità dove inaugurava nella giornata di sabato
24 marzo il Caffè degli Specchi.
Caffè
storico cittadino, chiuso per fallimento, ora riapre.
Vedevi
le sue vetrine nel corso del tempo riflettere i pensieri ed i vari
perché delle persone.
Perché
è fallito?
Giornali
abbandonati in fretta, vassoi avvolti da carta color blu mare, sempre
lui il mare, giacevano assopiti sopra quei tavoli circondati da sedie
vuote ma incatenate dalla burocrazia del fallimento, da un tempo
senza più vita.
Giorni,
settimane e mesi ed ecco il Caffè degli Specchi ritornare in vita.
A
Trieste è l'evento del mese.
Banda
musicale,autorità, ed una folla enorme in attesa dell'ora x.
Le
17.00 del 24 marzo 2012.
Vedi
signore ben vestite, signori in giacca e cravatta , bambini
sorridenti e telecamere puntate sul Caffè.
Nello
stesso momento però si ascolta una voce.
Una
voce che dal megafono diffonde una riflessione.
Alla
stessa ora, in Piazza Cavana si svolgerà la Piazza sociale, una
piazza che vuole riportare le persone al centro della società, al
centro della democrazia mai perfettamente compiuta.
Scocca
l'ora.
Parte
la banda musicale e quel megafono con le persone della Piazza Sociale
andranno in Piazza Cavana.
Si
discute.
Si
discute del lavoro, della crisi, della scuola pubblica, della cattiva
informazione, della libertà di informare, essere informati.
Persone
che passano.
Persone
che attraversano quella Piazza senza alcuna attenzione.
Altre che si soffermano per capire il perchè della Piazza Sociale.
I
bambini invece si avvicinano.
Osservano
ed ascoltano.
Forse
perché attratti dal megafono, forse perché vogliono semplicemente ascoltare.
Si
leggono alcuni appelli, come quelli del comitato no debito che
ricorda la manifestazione del prossimo sabato a Milano dove verrà
occupata Piazza Affari, oppure quello di Ascoltateli, un'azione
collettiva per il ripristino di una comunicazione democratica su
questioni d'interesse nazionale. Il 17 marzo cento persone hanno
iniziato un digiuno a staffetta in piazza Castello a Torino, per
l'ascolto dei cittadini che vivono in Val Susa.
Contemporaneamente, a Genova e Trieste è iniziata un'azione di
sostegno ai pacifisti piemontesi che lottano per la democrazia.
Dopo
varie "megafonate" inizia l'assemblea.
In
cerchio.
Le
persone si avvicinano sempre di più.
La
Piazza Sociale prende maggiore forma e consistenza.
Diventa
in quel momento voce di sfogo di chi voleva partecipare attivamente
all'inaugurazione del Caffè degli Specchi.
Un
cittadino denuncia" L'entrata era riservata solo alle autorità,
agli invitati, la gente non poteva entrare, tutti fuori ad aspettare
per cosa?"
Una
cittadina invece sottolinea" le autorità avevano a disposizione
un buffet ricco, a noi solo una tartina se andava bene, io non la ho
mangiata ho una dignità"
Un
passante velocemente percorrendo la piazza affermava" a noi
hanno detto che sarà aperto per la gente comune da domenica"
Ed
ovviamente inizia una riflessione.
Il
Caffè degli Specchi è lo specchio della società?
Al
popolo gli scarti, alle autorità, all'alta borghesia il tutto?
Perché
non poter entrare tutte e tutti?
Perché
questa divisione?
Perché
la gente era lì, nonostante tutto?
Già,
nonostante
tutto.
Piazza
Cavana e Piazza dell'Unità ( ex Piazza Grande) così vicine ma così
lontane.
Due
piazze che esprimono due società differenti, ma Piazza Cavana ha
accolto l'indignazione di chi ha vissuto la delusione di una
discriminazione sociale, almeno in base a quello che è stato
denunciato.
E
la Piazza Sociale con il suo megafono, con il suo pannello mobile, ha
deciso di ritrovarsi sabato 7 aprile alle 17.00 in Piazza Cavana,
riproponendo una forma di comunicazione già sperimentata in altri
luoghi, Cagliari, Madrid, Atene.
Sabato
7 aprile si discuterà di democrazia, di governo tecnico, di Europa.
Le
persone prima di ogni cosa.
La
Piazza sociale contro un tempo sempre più asociale.
Chiudi
nuovamente gli occhi.
La
carezza del profumo del mare è sempre lì.
Presente.
Marco Barone
Commenti
Posta un commento