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Visualizzazione dei post da marzo, 2012

Maggio 1948: il primo treno d'Italia a Monfalcone dopo la guerra

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Poche ore dopo l'insediamento del primo Presidente della Repubblica, a Trieste, giungeva il primo treno d'Italia, dopo la fine della seconda guerra mondiale. Treno che passava chiaramente anche dalla stazione di Monfalcone, come testimonia un breve fermo immagine tratto dal prezioso video dell'archivio dell'Istituto Luce. Il video interessa l'i naugurazione della linea ferroviaria Venezia-Trieste. Fu un fatto storico di estrema importanza, un piccolo segnale di ritorno alla normalità in un Paese ridotto in macerie a causa della seconda guerra mondiale. Le ferrovie sono sempre state importanti nel nostro territorio, soprattutto grazie agli investimenti originari effettuati dall'Impero asburgico. Nel 1854 venne infatti aperta la linea da Trieste a Vienna  attraverso il Semmering. Il progettista fu il veneziano Carlo Ghega, a cui a Trieste è dedicata una via in città, linea di 14 gallerie, una delle quali raggiungeva la lunghezza di  ben 1431 m, con 16 viadotti e

Nonostante tutto le prove dell'Invalsi non sono obbligatorie per le scuole, ecco il perchè.

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Devo ritornare su una questione che nei prossimi mesi, maggio in particolar modo, farà molto discutere. Le c.d prove dell'Invalsi. L' Invalsi, Ente di ricerca dotato di personalità giuridica di diritto pubblico, che può ex lege essere finanziato dai privati ed agire su mandato dei privati, concetto che non deve mai e dico mai essere dimenticato, che ha come scopo sostanziale quello di valutare il sistema scuola, ivi incluso personale scolastico e studenti, rappresenta l'anomalia ordinaria italiana di una democrazia sempre più precaria. Dico ciò perchè è emerso l'ennesimo tentativo , come operato da parte dell'attuale governo c.d tecnico di rendere obbligatorie nella scuola le prove su cui l'Invalsi fonda la sua credibilità sistemica . Una cosa è certa, e di ciò dovranno tenerne conto i Giudici aditi dai Cobas Scuola, nelle cause campione tentate a Trieste e Terni, in attesa di sentenza, per sollevare la non obbligatorietà delle p

Biciclettando la memoria.

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Un passo, due passi, tra passi ed eccoti innanzi al mare. Vedo in lontananza navi batter bandiera senza colore, osservo gabbiani perdersi in quell'orizzonte che congiunge il rude Carso con l'infinito pensare. Seduto. Fermo ed immobile nella mobilità perenne di quella emozione priva di ogni condizione, ho visto il mare divenire lago. Un lago senza identità. Un lago ove la memoria perduta ora riaffiora tra molluschi e Ditteri sul ciglio di quel Molo ove tempo e memoria convivono lungi da ogni terrena gloria. Una bicicletta arrugginita, una fune dai mille nodi, e passi indifferenti di uomini e donne calpestano quel cemento armato dalla guerra mai dimenticata, senza mai sfiorar la ruggine di un tempo che ha visto morir ogni morte. Eppure qualcuno o qualcuna in qualche epoca vicina o lontana ha biciclettato la memoria perduta nella profondità del mare. Marco Barone

Tra protezione poco civile e le dimissioni dovute del Vice Presidente della Regione FVG Ciriani.

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Quello che è accaduto in Val Rosandra è a dir poco incredibile. Parliamo di un sito noto per le esplorazioni speleologiche, situtato nei pressi di Trieste, che tra pareti a strapiombo, rupi e vegetazione selvaggia, rappresenta un ritrovo dove l'uomo può trovar riparo dalle inquietudini quotidiane. Almeno fino a qualche mese addietro. Perchè l'inquietudine di una società che offre sempre più depressione caspica ora è giunta anche in Val Rosandra. Nel weekend del 24 e 25 marzo 2012 ha avuto luogo la prima fase dell'intervento regionale di prevenzione "Alvei puliti 2012" organizzato dalla Protezione civile della Regione. Alle attività, suddivise in 12 diversi scenari d'intervento, hanno preso parte oltre 2000 volontari dei Gruppi comunali e delle Associazioni di Protezione civile del Friuli Venezia Giulia.  Operazione ben riuscita in molti casi. Il lavoro fatto dalla protezione civile deve essere riconosciuto come importante per la

Testamento per il tempo che verrà.

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Il suono delle campane mi perseguita, ovunque,dovunque. Anche ora. Già, in questo momento ove voglio scrivere poche parole, che forse in questo tempo non verranno comprese, forse non verranno mai comprese, forse nel forse esistenziale vi sarà l'attimo di quell' anamnesi che permetterà all'individuo di andare oltre ogni muro dell'apparenza. Oggi ci sei, domani è un mistero. E' tutto un divenire continuo. M a in tale continuità percepisco un sentimento che giorno dopo giorno prende sempre più forma, più consistenza. Un sentimento che fugge dall'idea, fugge dall'astratto. Un sentimento che potrai toccare con mano. Una cornice marcia. Una tela ammuffita. E' questo che vedo. E' questo che un giorno forse sfiorerò. Piangerò, non piangerò, ora non posso dirlo. Dipende da quel senso di umanità che ancora saprò coltivare. Ma quando il tempo della pioggia del sentimento umano viene meno, il terreno ove giace i

Con la Legge Aprea si crea la Scuola Azienda. Fermiamola.

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Ci riprovano. Nel tempo in cui l'attenzione cade sulle riforme del diritto del lavoro, sulla crisi economica e sistemica di un Paese che ha letteralmente sospeso la politica, l'essenza della democrazia, per un governo tecnico c.d di Professori, con poche righe si cerca di riformare, di stravolgere il funzionamento globale della scuola pubblica statale italiana. Mi riferisco alle Norme per l'autogoverno delle istituzioni scolastiche statali (C. 953 Aprea e abbinate, C. 806, C. 808 e C. 813 Angela Napoli, C. 1199 Frassinetti, C. 1262 De Torre, C. 1468 De Pasquale, C. 1710 Cota, C. 4202 Carlucci e C. 4896 Capitanio Santolini), al TESTO UNIFICATO APPROVATO DALLA COMMISSIONE VII. Vediamo come cambierà la Scuola. Come prima cosa si propone alle scuole la realizzazione di uno statuto. Il comma 3 dell'articolo 1 della proposta di Legge Aprea c953 afferma testualmente che: Alle istituzioni scolastiche è riconosciuta autonomia statutaria, nel rispetto delle

Sale sull'Ursus per dire no alla direttiva Bolkestein.

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    Le torri nel corso della storia hanno rappresentato il simbolo del potere. Una torre più era alta più era elevato il potere del committente. Ma le torri rappresentano anche uno strumento di diffusione della voce della protesta. Penso a Luca in Val di Susa, ai ferrovieri di Milano, ed ora a Marcello Di Finizio a Trieste. La torre, un traliccio, una gru, che ti sollevano materialmente dalla terra ferma, per urlare al popolo sottostante, la rivendicazione di un diritto. Cosa è giusto cosa è sbagliato è difficile dirlo. A volte vivi la sensazione che forse ciò che reputi giusto sia errato e ciò che reputi errato sia giusto, è solo una questione di prospettiva, di sensibilità, che può mutare l'intera rappresentazione di una vita. Quella di Marcello è una vicenda che da due giorni fa parlare. Almeno a Trieste. E' questo è già qualcosa. Però prima voglio sottolineare una piccola ma significativa esperienza. Una di quelle cose, chiamale se

Devi andare via.

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Tornano e ritornano. E' una battaglia quotidiana. E' una battaglia personale. E' una battaglia che potrebbe essere la battaglia. Pensieri. Osservi i gabbiani svolazzare liberi e sopra la tua testa. Osservi persone prendere il sole sul Molo Audace. Osservi l'acqua del mare divenire sempre più aspra ed amara. Osservi il solito traffico. Tra chi confonde le vie della città come una pista da corsa e chi attraversa con lentezza le strade cittadine. Uomini e donne. Esseri viventi. Viventi. Una vita così strana, così vita a cui ogni benedetta laica mattina cerchi di conferire un senso. Un senso unico. Un doppio senso. Un senso senza ritorno. Poi chiudi gli occhi. Ti perdi tra il profumo di quel basilico contadino che ancora non hai assaporato, e la delicatezza dolce e tenera del bacio di quell'amore che hai avuto la fortuna di conoscere. Una conoscenza in continua esplorazione. Una esplorazione senza inizio senza

Dal Caffè degli Specchi, alla Piazza Sociale.

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Chiudi gli occhi. All'improvviso il profumo del mare conquista ogni via della città di Trieste. Un profumo così intenso, così sensuale così immensamente vivo, che ogni sentimento, ogni pensiero, viene letteralmente trascinato via. Via da quella Piazza dell'Unità dove inaugurava nella giornata di sabato 24 marzo il Caffè degli Specchi. Caffè storico cittadino, chiuso per fallimento, ora riapre. Vedevi le sue vetrine nel corso del tempo riflettere i pensieri ed i vari perché delle persone. Perché è fallito? Giornali abbandonati in fretta, vassoi avvolti da carta color blu mare, sempre lui il mare, giacevano assopiti sopra quei tavoli circondati da sedie vuote ma incatenate dalla burocrazia del fallimento, da un tempo senza più vita. Giorni, settimane e mesi ed ecco il Caffè degli Specchi ritornare in vita. A Trieste è l'evento del mese. Banda musicale,autorità, ed una folla enorme in attesa dell'ora x . Le 17.00 del 24 marzo 2012. Vedi signor

La crisi? Forse una grande menzogna.

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Canale Grande di Trieste. Sporco più che mai. Ogni tanto capita di osservare una delle tante barche affondare. Un fondale non profondo, ma pur sempre fondale. Solo una fune permette alla barca di non sprofondare definitivamente nel buio più immenso e sporco che vi sia. Ed allora pensi alle metafore, al caso Concordia, a chi diceva che l'Italia è come la Concordia che affonda. Ma la Concordia non è affondata. La barca del Canal Grande è ancora lì. No. L'Italia non affonderà. Borsa, mercato, economia virtuale, chi diventa sempre più ricco, chi diventa sempre più povero,ma l'Italia è ferma. Ferma nel subire la sospensione della democrazia, democrazia imperfetta, ma pur sempre democrazia, ferma nel subire il teatro tetro e reale di chi prima tratta l'essenza del diritto storto del lavoro e poi abbandona il tavolo della concertazione. Si è concertato, senza mandato popolare, ciò che si doveva concertare. Le regole sono state scritte, lo statut

20 euro di sanzione per non aver mandato il figlio a scuola.

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Sul sito persona e danno   viene difussa una recente sentenza della Corte di Cassazione, sez. III Penale, sentenza 20 gennaio – 14 marzo 2012, n. 9892 
 . La vicenda è semplice. Il Giudice di Pace  condannava P.F. alla pena di 10 Euro di ammenda per non avere in qualità di genitore esercente la patria potestà, ottemperato all'obbligo scolastico nei confronti del figlio minore risultato assente, senza giustificato motivo, per 84 giorni su 113 dell'anno scolastico.
 Avverso tale decisione, il P.G. proponeva  ricorso deducendo  in particolar modo la  violazione di legge per essere stata irrogata una pena determinate sulla base di 15 Euro di ammenda quando la norma prevede una pena non inferiore a 20 Euro né inferiore a 10.000  Il genitore interessato, era contumace e nello stesso tempo , da quello che si desume dal testo della sentenza, non forniva alcuna spiegazione né, ancor meno, un senso di resipiscenza. La Corte condannava l'imputata al

Giornata internazionale della Poesia. E scrivo...

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Oggi, nessuna rima potrà abbracciare quella riva ove cammino, ove sospiro, ove ogni ove è presente. Ma la forza di andare contro, la forza di armare con l'inchiostro del calamaio la penna della speranza, in questo preciso e deciso istante è in fuga. Timore e paura di vivere l'astinenza dal consumismo, dal benessere materiale, dal danaro, vile danaro, sempre più avaro di umanità, vige. Un megafono urla per la gente, con la gente, tra la gente. Sveglia. I diritti sociali soffrono. La libertà soffre. La democrazia è sospesa. Spendi meno e continui a far la spesa, spendi meno e continui a comprar la benzina, spendi meno e continui a camminare, oltre quelle parole, oltre la lotta. Eppure spendi danaro, e neanche un momento del tuo tempo per ascoltare. E' un tempo malvagio, guerre e sofferenze, vendette e anime maledette anche dal loro dio, pregato ed invocato nel segno di quella croce nel profumo di quell'incen

La pubblicità di infostrada è l'Italia che viviamo.

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La pubblicità spesso rappresenta meglio di ogni altra cosa il tempo in cui viviamo. Devono vendere un prodotto, devono captare cosa la gente vuole o non vuole, ma nello stesso momento devono rappresentare in pochi minuti la fase storica e sociale che viviamo. Voglio brevemente soffermarmi su quella di infostrada. All'inizio vi era Fiorello, che solo soletto e tutto tranquillo rappresentava il ruolo del venditore ufficiale, all'interno della pubblicità, di infostrada. Poi arriva il ragazzo giovane e bello, che sostituisce Fiorello e parte la guerra tra i due. Stabilità contro precarietà. Alla fine arriva il brutto che con il suo fascino minimo ma essenziale per la sopravvivenza del profitto comporta il licenziamento di Fiorello e del bello. Ultimo atto, Fiorello il bello ed il brutto lavorano tutti insieme, ad una condizione però, adeguarsi al brutto. Il brutto rappresenta l'essenza del mercato. Brutto ma produttivo. Brutto ma efficace. Produttivo

A Trieste nasce la Piazza sociale.

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Un megafono. Una piazza. E persone, uomini e donne che attraversano Piazza dell'Unità, chi per andare a vedere le vetrine dei negozi, chi per realizzare delle compere, chi per perdersi nella bellezza della Piazza chi per partecipare ad un processo di democrazia reale, la Piazza sociale. I numeri certamente non erano enormi . Ma non si poteva pretendere di più. Una iniziativa organizzata in pochi giorni, con una diffusione d'informazione minima se non censurata dalla solita stampa, non poteva pretendere di più. Una ventina di persone si sono ritrovate nel cuore della città di Trieste. Per un motivo semplice ma profondo. Parlare, confrontarsi, discutere di tutte quelle problematiche che caratterizzano il nostro tempo, la società che viviamo. Un confronto che ha lo scopo di demolire quel muro dell'indifferenza, della paura, della passività che permette al sistema vigente di annientare giorno dopo giorno ogni diritto sociale esistente. Ed allora la piazz

"Blitz" del movimento No Tav di Trieste al Piccolo.

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Decine di mail inviate nell'arco di una settimana alla redazione del Piccolo. Il principale quotidiano della Città di Trieste ma anche del Friuli Venezia Giulia. Richieste legittime e semplici consistenti nel dare voce, a chi oggi ha poca voce, di conferire spazio a chi oggi ha visto il proprio spazio vitale essere letteralmente occupato da uno Stato che vuole imporre con la forza la realizzazione della TAV in Val di Susa. Una lettera. L'ennesima. Un pezzo di carta ove ben 360 studiosi evidenziano, con cognizione tecnica di causa, il perchè del no alla Tav. Una lettera appello  che ha trovato poco o nessuno spazio in quella stampa che si è anche mobilitata per difendere il diritto all'informazione. La libertà' di informare e di essere informati. Ma come potrà esservi libertà d'informazione compiuta se si attua una censura preventiva? Ed allora, mail dopo mail, lettere dopo lettere, il movimento no Tav di Trieste decide di recarsi personalmente

Tra Stato e 'ndrangheta.

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Il profumo del mare adriatico ti travolge. Si espande per ogni contrada e strada. Arrivi sul Canal Grande, osservi l'acqua di mare dormire. Trieste dorme. Tra prostitute che si nascondono tra la via Roma e le traverse di via San Spinidione, e semafori che alternano il rosso ed il verde con un giallo pallido ti godi quella tranquillità, quella serenità, che una sera di primavera, nel tempo d'inverno, può solo regalarti senza alcun grazie e prego. Il mondo e la società continua a percorrere il suo tempo. Stragi e tragedie, guerre dimenticate ed annunciate Regna sovrana quell'indifferenza, che ha mutato il fatto straordinario in ordinario. Abitudine post-moderna. Una triste abitudine da dimenticare. Intravedi un foglio di giornale. Lo raccogli. Parla di 'n drangheta. Ancora lei. Il male visibile. Il male non comprensibile. Rami di ulivo marci, rami di ulivo che da secoli estendono la propria essenza sulla terra calabrese ed ora su quel