Erano pochi, eran tanti?
Poco importa. I giornali locali parlano di gruppetto, altri di
simpatizzanti del movimento No Tav e così via dicendo. In verità,
si è arrivati anche a cento manifestanti,non simpatizzanti, ma
aderenti al movimento No Tav, sostenitori delle ragioni della No Tav,
che volevano portare e urlare in una Piazza dell'Unità Italia
di Trieste, circondata dal sole di una primavera che già bussa alle porte della
Città, la solidarietà per Luca, per la Valle che non si Arrende. Ma
nello stesso tempo chiedere all'amministratore delegato del Gruppo
FS, Moretti, di spiegare il perché dell'isolamento cittadino operato
da Trenitalia, il perché la Stazione è stata svuotata dalle sedute,
con finti lavori di manutenzione straordinaria, per l'operazione
apparenza e pubblicità, perché i cartelli pubblicitari ed i monitor
che minuto dopo minuto diffondono messaggi pubblicitari ad oltranza,
non mancano mica. Chiedere il perché i cittadini devono attendere i
Treni in piedi, il perché del ritardo puntuale dei treni regionali,
il perchè di continui ed ingiustificati aumenti per un servizio di mobilità che rende immobile il diritto costituzionale alla mobilità collettiva ed individuale, il perché della cancellazione dei treni che collegavano il Sud con
il Nord Italia, il perché di una Tav che non ha senso, ancor di più
in tal momento di crisi.
Quanto meno un senso per l'utenza comune non lo ha, lo ha
certamente per la mafia,camorra e 'ndrangheta, che è presente in regione da tempo, lo è certamente per i soliti notabili, per i
soliti noti.
Ma ovviamente chiedere tale incontro, specialmente in tal tempo,
ove la democrazia reale è stata sospesa, se non morta e defunta, era
una mera illusione di cui il movimento No Tav era ben consapevole.
Moretti era atteso nella sede centrale del Comune di Trieste, ma
per timore delle contestazioni l'incontro come programmato con le
istituzioni locali, si svolgerà nel vicino Palazzo Revoltella.
Neanche la stampa era stata avvisata di tale cambiamento di
programma.
Ed allora parte l'assedio pacifico al Palazzo Revoltella.
Il Palazzo, con un girotondo continuo è stato letteralmente
assediato pacificamente, per un paio d'ore.
Una passeggiata antagonista con lentezza, che anticipa la
manifestazione di Sabato, che si volgerà sempre a Trieste, a
sostegno della Val di Susa, alternata a scatti ribelli, è il miglior
modo di rappresentare il quadro della contestazione che oggi ha visto
essere Trieste ancor più vicina a Luca ed a quella ricerca della
democrazia reale che deve essere necessariamente conquistata.
Vedevi le Forze dell'Ordine seguire i manifestanti e nello stesso
tempo bloccare le vie di fuga o di accesso a tal Palazzo.
Il tutto si svolgeva in assoluta serenità.
Ciò a dimostrare che il movimento no TAV non è quel movimento
terroristico come dipinto da buona parte del sistema.
Anzi chi incute terrore è quella repressione di tal Stato che
reprime spesso il dissenso con il manganello, con i lacrimogeni CS
nocivi per la salute , nocivi anche per le stesse forze
dell'ordine, con la violenza.
Ed a tal proposito, sorge interrogativo libero e spontaneo. Perché
le forze dell'ordine continuano ad ubbidire ad ordini di servizio
illegittimi ed illegali? Per esempio, l'utilizzo del lacrimogeno CS,
è pericoloso, sarebbe legittimo da parte delle forze dell'ordine,
esecutrice della volontà dei funzionari, rifiutarsi di eseguire gli
ordini come imposti, perché in quel preciso momento attuano
comportamento definibile come illecito penale, che è il motivo che
legittima la disobbedienza dall'ordine illegittimo ed illegale come
imposto. Questo è solo un mero esempio,ma potrebbero emergere altri
esempi, come le manganellate gratuite, come il rincorrere sul
traliccio Luca, cosa che non andava fatta cosa che ha, tra i vari
dubbi che sorgono su tale triste vicenda,probabilmente determinato la
sua devastante caduta.
Ma a Trieste è altra storia, almeno in tale giornata.
Tra corse e urla, tra solidarietà attiva ed esternata per le
strade della Città, ad un certo si percepiva una sensazione che
prendeva sempre più forma e consistenza.
Moretti non sarebbe uscito dal museo.
Forse anche lui sarebbe diventato un pezzo da Museo, sentivi dire
da un manifestante.
Sembrava di vivere una specie di inseguimento, il tutto per
chiedere democrazia reale.
Sì. oggi è stata inseguita quella democrazia che non esiste più.
Ma all'improvviso Moretti riuscirà a fuggire, senza rilasciare
neanche dichiarazioni alla stampa.
Fugge velocemente in auto, con una bandiera No Tav che sfiorava
quel mezzo di trasporto, sventolando a Moretti i colori
dell'indignazione e della rabbia diffusa e condivisa per Luca.
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