Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Il Decreto semplificazioni rende obbligatorie le prove Invalsi?



Art 55-(Potenziamento del sistema nazionale di valutazione)
comma 3 - Le istituzioni scolastiche partecipano, come attività ordinaria d'istituto, alle rilevazioni nazionali degli apprendimenti degli studenti, di cui all'art1,comma 5 del decreto-legge 7 settembre 2007, n,147, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 ottobre 2007, n 176.
 
Con un colpo di penna, il Governo, norma le prove dell'Invalsi, Ente di ricerca Pubblico, che può agire su mandato dei privati ed essere finanziato dai privati, per valutare il sistema scolastico e tutto ciò che vi è correlato, come attività ordinaria.
Rende le prove dell'Invalsi come ordinarie con lo strumento del Decreto Legge che è in verità uno strumento straordinario.  Poiché   il Decreto Legge dovrebbe essere utilizzato solo in casi straordinari di necessità ed urgenza (Art. 77 Cost.), chiedendosi però, a pena di inefficacia ex tunc dell'atto, la conversione in legge entro sessanta giorni (decreti legge). I decreti-legge, se non convertiti in legge entro 60 giorni, perdono efficacia sin dall'inizio. La perdita di efficacia del decreto-legge comporta la "decadenza" la quale travolge tutti gli effetti prodotti dal decreto-legge.
Ma come ci ha mal-abituati il precedente Governo, l'abuso del decreto legge è divenuto strumento autoritario e ordinario con cui, senza alcuna preventiva discussione parlamentare, e confronto con le parti sociali, si impongono le proprie volontà, le proprie determinazioni.
E visto che l'Invalsi era richiamato nel programma informale di Governo, la nota lettera della BCE, tal Governo bocconiano ha colto l'attimo per sferrare un micidiale attacco al sistema dell'istruzione pubblica.
Mai e poi mai avrei pensato di dover difendere la Legge sull'autonomia scolastica.
La Legge 15 marzo 1997 n. 59- Capo IV-Art. 21 comma 9 afferma che  L'autonomia didattica è finalizzata al perseguimento degli obiettivi generali del sistema nazionale di istruzione, nel rispetto della libertà di insegnamento, della libertà di scelta educativa da parte delle famiglie e del diritto ad apprendere. Essa si sostanzia nella scelta libera e programmata di metodologie, strumenti, organizzazione e tempi di insegnamento, da adottare nel rispetto della possibile pluralità di opzioni metodologiche, e in ogni iniziativa che sia espressione di libertà progettuale, compresa l'eventuale offerta di insegnamenti opzionali, facoltativi o aggiuntivi e nel rispetto delle esigenze formative degli studenti.
Il Decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, regolamento attuativo della Legge sull'autonomia scolastica prevede al suo interno che l'autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e nella realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo, coerentemente con le finalità e gli obiettivi generali del sistema di istruzione e con l'esigenza di migliorare l'efficacia del processo di insegnamento e di apprendimento.
 
Come si conciliano questi principi con il c.d fenomeno dell'invalsione della didattica?
Visto e rilevato che i docenti, per far superare i quiz ai propri studenti e non correre il rischio di essere valutati negativamente, con i riflessi del caso, dovranno modulare la loro attività didattica sui quiz invalsi?
Scuola nozionistica, scuola testificio, scuola lavoro.
Questa è la scuola dell'immediato futuro?
In termini di rapporti di fonti, il Decreto Legge dovrà essere convertito in Legge perchè possa essere pienamente vincolante senza incorrere nella decadenza ex tunc degli effetti come maturati, e visto che le dette prove si svolgeranno a maggio 2012, il tempo per intervenire anche in sede parlamentare esiste. Altrimenti prevarrà il criterio cronologico, secondo il quale la legge successiva abroga la legge precedente che risulti in contrasto. E quindi, si rischierà certamente di compromettere la battaglia No Invalsi. Sembra di essere tornati al tempo della Legge Casati. Una legge che  peccava di autoritarismo e con diversi limiti legislativi, fra cui l'istruzione obbligatoria solo per i primi due anni delle elementari e una gratuità di fatto mai realizzata;  fu la legge fondamentale dell'ordinamento scolastico italiano, solennemente battezzata come la “Magna Charta” del sistema formativo, la quale  con i suoi 379 articoli, delineava una fisionomia del governo dell’istruzione pubblica caratterizzata da eccessivo burocratismo e verticismo, così marcati da lasciare  poco spazio alle autonomie locali. Carlo Cattaneo, federalista, la giudicò “indegna del tempo e dell’Italia”.
Però esiste uno strumento di lotta efficace per contrastare queste prove.
Lo sciopero.
Visto e rilevato che le prove dell'Invalsi, salvo per la classe III della scuola secondaria di primo grado, non possono essere considerate come attività riconducibili alle prestazioni indispensabili che la scuola deve garantire in caso di sciopero come ad esempio avviene per l' effettuazione degli scrutini e delle valutazioni finali;l' effettuazione di esami finali.
Ed allora contro le prove dell'Invalsi, per la difesa della scuola come Bene Comune, contro l'Invalsione della Scuola, diciamo sì allo sciopero che deve necessariamente coinvolgere anche gli studenti ed i genitori e la cittadinanza tutta che vuole semplicemente opporsi a questo modello di scuola fallito. Perchè fallito è il sistema su cui si fonda, quello capitalistico.
Marco Barone

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