Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Ci occupiamo




dedicata ad #Occupy Trieste ed agli Assalti Frontali
ma anche a tutti gli Occupy globali e ribelli.
m.b



Compagne e compagni,
stanchi di ascoltare,
stanchi di parlare,
stanchi di subire,
stanchi di partire,
e noi cosa facciamo?
E noi cosa facciamo?
Ci occupiamo.



Urla la piazza,
la gente stramazza,
prendo la mazza
esplode la rabbia,
sfascio il fascio,
sfascio la gabbia
e noi cosa facciamo?
E noi cosa facciamo?
Ci occupiamo.






Da Palermo a Trieste,
io non resto fermo,
cantano gli assalti,
gli Assalti Frontali
Voi cosa fareste?
Voi cosa fareste?
Occupy Trieste.



Circondi la Questura,
chiudi la fessura,
la fessura del potere,
sete di volere,
volere di giustizia
volere la giustizia,
giustizia sociale,
arriva la ribelle,
la ribelle ribellione
ribellione globale
contro il capitale,
e noi cosa facciamo?
E noi cosa facciamo?
Ci occupiamo.



Compagne e compagni,
stanchi di ascoltare,
stanchi di parlare,
stanchi di subire,
stanchi di partire,
E noi cosa facciamo?
E noi cosa facciamo?
Ci occupiamo.



Occupiamo la strada,
occupiamo la contrada,
esplode la piazza,
la gente non stramazza,
barricata sindacale,
corazzata padronale,
E noi cosa facciamo?
E noi cosa facciamo?
Ci occupiamo.


Muore la Repubblica,
è la Terza Repubblica,
pubblica e in fame,
in fame di danaro,
in questo tempo avaro,
dal sapore amaro,
e noi cosa facciamo?
E noi cosa facciamo?
Ci occupiamo.

Preoccupo se occupo,
disoccupo
ma,
ma
non preoccupo,
ed allora?
Questa è la nostra ora;
ed allora?
questa è la nostra ora.
L'ora in rivolta,
la città è travolta,
la politica è sconvolta,
adesso non ho tempo,
magari un'altra volta,
vivo il cambiamento,
sento il turbamento,
ed io non ti mento,
nel vivo momento,
memento incazzato,
io sono indignato.

E noi cosa facciamo?
E noi cosa facciamo?
Ci occupiamo.


Marco Barone















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