Post

Visualizzazione dei post da luglio, 2011

C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

Immagine
    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Sconvolto senza alcun torto.

Immagine
Quello che scriverò ora, in questo preciso istante, già destinato a divenir passato nel presente immediato, non sarà, quindi è, o meglio non è, nulla di stravolgente. Potrebbe essere deprimente. Potrebbe essere forse anche demente. Nel senso che va oltre la mente...che non mente. Giornata tipica di  fredda estate. Le autostrade intasate. Spiagge variegate. Chi suona la fisarmonica,chi riflette sulla società bionica. Chi si perde nella falsa dionisicità del bere, chi vuole sapere. Televisione spenta. Ti colleghi alla rete. Enorme rete, tanti buchi ma non vuoi fuggir. Perchè la rete ti permette di capire. Carpire informazioni. Carpire sensazioni. Conferme e smentite. Udite, udite si parla nuovamente di Libia. Qualche trafiletto sulla guerra "umanitaria" dimenticata. Il motivo? La strage in Siria. La straga di Hama. Chi tal società oggi ama? Spari. Fughe. Violenze. Civili morti. Ma siamo tutti coinvolti. Guardi i video sui soliti giornali online che non voglio neanche nominare.

Strade .

Immagine
Capita, spesso, anzi più di quanto si possa credere, di percorrere strade di città, di periferia, strade metropolitane, strade di campagna, strade di montagna, strade che attraversano borghi,piazze e vie e ricordar che in quel preciso punto, fermo ma in movimento,  si è realizzata qualche esperienza immensa, profonda, atroce, di vita. Un bacio d'addio. Un bacio di benvenuto. Un bacio d'amore. Un bacio di dolore. Il bacio. Strade ove un momento primo pulsava vita e poi la sorte ha deciso che doveva esser finita. Sorte di Stato, sorte dell'apparato, sorte del sistema, sorte anche del destino, sorte senza fato in tal viaggio nel labirintico cammino umano. Penso per esempio a via Mascarella di Bologna. A Piazza Alimonda di Genova. Ora vedi scorrere vita. Sia essa apparente. Sia essa reale. Sia essa persa nella via del surreale. Chi fuma una sigaretta,chi osserva l'ora che non c'è, chi legge un libro, chi lacrima sudore, chi assapora l'a