Vibo Valentia.
Da molti conosciuta come giardino sul mare, da altri come una città devastata dalla cattiva politica.
Di norma balza alle cronache nazionali per i casi di pessima sanità , per la 'ndrangheta, per love story tra sindacalisti, praticamente mai per anche le cose positive che questa città offre.
Ma le cose belle e positive in questo paese non fanno notizia.
In ogni caso, a Vibo, da alcuni mesi, sono stati posti in essere vari provvedimenti di sequestro giudiziario.
Sequestri e relative convalide adoperate da parte del Gip del Tribunale di Vibo che riguardano importanti opere stradali ed infrastrutture connesse.
Opere che hanno devastato il territorio, ma nello stesso tempo erano e sono un rischio elevato per la incolumità dell'intera comunità .
Mi riferisco ad esempio al muro di contenimento lungo oltre un chilometro ed alto 16 metri che doveva servire a proteggere dalle frane la zona di Vibo chiamata Cancello Rosso.
Ma da quanto è dato comprendere, quel muro, costato ad oggi circa tre milioni di euro, è stato realizzato
con cemento depotenziato ed in più tale opera non è utile a sostenere la collina sovrastante, ma avrebbe favorito un movimento franoso che potrebbe mettere a rischio alcuni palazzi nelle vicinanze.
Quindi, un muro di contenimento che doveva proteggere dalle frane, ma in verità favoriva le frane.
Follia pura.
Eppure è successo.
Talmente folle che per quel quartiere è stato proposto un piano di evacuazione.
Ma i sequestri hanno riguardato anche altre opere pubbliche costosissime.
La tangeziale Est ed Ovest.
La tangeziale Est di Vibo è costata 7 milioni di euro, la Ovest tre milioni di euro.
Entrambe sequestrate.
Ma non finisce qui.
A Vibo per mesi, interi quartieri, sono rimasti letteralmente senza acqua potabile.
Solo nel mese di aprile 2011, informa una nota del Comune di Vibo Valentia, si è provveduto all’installazione di un bypass che consente di approvvigionarsi dell’acqua direttamente dalla condotta centrale Alaco, senza utilizzare quella contenuta all’interno delle vasche del Serbatoio “Tiro A Segno”, attualmente ancora sotto sequestro. Tale ordinanza di divieto di utilizzo dell’acqua, emessa il 4 gennaio scorso si fondava sul sequestro preventivo emesso in data 3 gennaio dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, successivamente convalidato dal gip e tuttora in essere. Il sequestro a sua volta e’ stato emesso sulla base di alcune analisi effettuate all’interno delle vasche del serbatoio “Tiro a Segno”, che ne avevano evidenziato la non potabilita’ dell’acqua.
E se ciò non bastasse, nella zona marina della città , è stato disposto, da pochi giorni, il divieto assoluto di utilizzo dell’acqua per fini alimentari ed umani a causa della presenza di idrocarburi nel prezioso liquido.
E' stato chiesto ed ottenuto l'immediato intervento della Regione-protezione civile per la fornitura, su due autobotti, di acqua potabile, al fine di alleviare il disagio per la cittadinanza.
Di ciò ovviamente non se ne parla. In Italia le notizie che contano sono i vaff... che si regalano i politici.
Marco Barone
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