Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

Altra mentalità.

Vedi l'acqua, fredda del mar Adriatico, vivere l'atto di amore con i recinti murari, riscaldati dal sole di tal ordinaria primavera.
Ora spinge, ora viene respinta.
Ora spinge, lentamente entra, penetra dentro quelle cave umane artificiose per perdersi, senza smarrirsi, nel senso del limite della inciviltà civile asociale umana.
Ma ascolti anche il silenzio del confine.
Silenzio silenzioso.
Sarà solo il rumore della ruggine religiosa, ad invadere il grande occhio dormiente.
Radici secolari che lentamente conquistano la mente umana.
Onde di radici che amoreggiano con il teatro perenne sistemico.
Passeggi.
Passeggi su quel molo senza nome e storia, incolto dai passi moderni tendenti al post-moderno, ove pensieri e sentieri rocciosi si uniscono per elargirti un momento nell'ora si tempo.
Pensi all'altra età.
Età biologica, sociale, storica, sospesa tra i sorrisi genuini dell'infanzia perduta, ed il non compreso gioire.
Pensi al salto del pesce che evade dalla profondità ignota del mare ,per ricordare alla società che anche io, pesce, anzi Pesce, esisto.
Mi hai visto?
Hai ascoltato il suono secco ma invasivo della mia presenza?
Bene, ricordati di me.

Tanto detto, ora basta con questa romanti-scisma retorica.
Veniamo al dunque.

Mentre fumi la sigaretta e mediti sul senso del limite della vita presente, ecco che ascolti il dialogo tra due persone.
Ascolti.
Ma loro vogliono farsi ascoltare, visto che urlano.


SM: Era caldo il sud. Ed un tempo anche caloroso ed accogliente. 
NE: Perchè ?
SM: Ai miei tempi dormivo con la porta aperta. Ci conoscevamo tutti ed ora...
NE: Ora cosa ? Non ti seguo.
SM: Gli zingari gli zingari. Davanti la porta di casa mia vi era un segno. Una V.Sono passati. Cosa vorrà dire quel segno? Casa libera? Occupata? Ricca? Povera?Minchia!

NE: Ma come fai a sapere che sono passati? 

SM:Li ho visti. Hanno suonato all'alba. Volevano vedere se la casa era libera. Li ho visti. Sono tre giorni che mi chiudo in casa a chiave. Se li prendo se li prendo.

NE: Ma scusa dalle tue parti uccidono per mafia, mettono bombe e mi vieni a dire che hai paura degli zingari? 

SM: Loro gli innominabili non colpiscono me. Io mi faccio gli affari miei. Nè amici, nè nemici. Gli zingari colpiscono me invece. Casa mia, capisci? Casa mia.

Ne: Ma non sarai mica razzista tu?

SM: io? io ho la mentalità aperta. Sono moderno. Non sono razzista anche se non li sopporto gli zingari.

NE:Perchè non li sopporti?

SM: Ma non vedi che non si lavano mai? Poi rubano. 
NE: ti hanno mai rubato qualcosa?

SM: No, però sento dire che lo fanno.

Ne: ti hanno mai creato problemi?

Sm: No, però il loro odore non lo sopporto.

Ne: E tu non sei razzista?
SM: Ancora?

NE: Ma non avevi la mentalità aperta tu? 

SM: E che vuol dire. Certo che ho la mentalità aperta. Non vedi come sono vestito? Alla moda. Qui nessuno ti guarda. Puoi vestirti come ti pare.

Ne: Hai la mentalità aperta per la tua folle ma comune volgarità borghese, omologata, conservatrice e meschina.

SM: Ma che sei comunista?
NE: tu non capisci proprio eh? La saluto.

SM: No, sono io che la saluto..

Faccia come vuole, replicò SE.

Chiudo gli occhi. 
Tu ed il mare.
Il mare e tu.
Una brezza di energia non ben definita sfiora il tuo corpo.
Apri gli occhi.
Un gabbiano solitario giace sopra una pietra.
Pietra che in verità dovrebbe arginare le  incazzate onde sospinte dalla bora senza confine.
Ma nella verità della verità, sarà suo triste destino quello di vivere solo una grande eterna illusione.
Il gabbiano è sempre li.
La bora anche.
Il mare continua a vivere l'atto di amore con il recinto murario.
La società progredisce. 
Un progresso regresso nell'aperta,apertissima, mentalità.

Marco Barone

M&G

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