Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

Il permesso senza permesso.

Che caldo che fa.
Ho le gambe a pezzi. Ho la schiena a pezzi.
Non sento più il mio odore di uomo. che odore ho?
Ho sete. Tanta sete.
Ho fame tanta fame.
Ed eccomi qui in questa città.
Oggi decido di chiedere aiuto alla gente comune.
Se in questa città tutti camminano con vestiti decenti, tutti con buste della spesa, tutti che escono ed entrano nei negozi, qualcuno un soldino potrà anche darmelo.
Non conosco l'italiano.
Ma a cosa serve conoscere una lingua per chiedere un soldino per mangiare?
Io mi trovo in questa terra per caso.
Un caso determinato dal sistema.
Ho visto persone essere armate da quello che Voi chiamate Occidente.
Ma ho visto anche altre persone essere armate dall'Occidente.
Armati, gli uni contro gli altri.
Si uccidono.
Gridano.
Sparano.
Ma cosa vogliono?
Vogliono le risorse di questa terra?
Ancora con questo colonialismo?
Ed ora anche i francesi che vogliono fare concorrenza agli angloamericani e agli italiani.
Ma noi cosa siamo?
Io in questa terra ci sono nato.
Ho sognato, amato, sofferto ed ancora sognato.
Cosa volete?
Cosa volete?
Bombe,
Bombe.
Bombe.
Devo andare via, fuggo fuggo.
Non sono un ribelle armato dall'occidente.
Non sono una militare del dittatore armato dall'occidente.
Sono una persona che vuole solo vivere la propria libertà di essere uomo.
Senza armi, senza violenze, senza.
Devo andare via.
Questa terra è oggetto di conquista.
Porteranno le loro regole?
Ma chi ha detto che le loro regole siano giuste?
Ho sentito dire che in Italia, quella terra ove ora mi trovo per caso non figlio del fato, nelle scuole pubbliche esiste ancora il Crocefisso. Ma anche nei Tribunali.
Io non sono credente. Sono libero.
Ma come posso essere giudicato, o educato  con quel simbolo religioso?
Ma ho sentito anche dire che in questo paese esiste una città come l'Aquila dove la gente è ancora in condizioni di vita disperate.
Ho sentito dire che chi in questo paese è senza un pezzo di carta, solo perchè non nato in Italia, viene rinchiuso per mesi e mesi in galera!
Ho sentito dire che nelle galere di questo paese si muore.
Si muore anche nel lavoro, per il lavoro.
Chi decide che queste regole sono migliori o peggiori di altre?
Ho ancora fame.
Voglio mangiare.
Provo ad allungare la mano, forse un passante mi aiuterà.
Perchè mi guardano così?
Cosa ho fatto?
Puzzo?
Non è colpa mia se avete attaccato la mia terra!
Disturbo la vostra vista?
Non è colpa mia se bombardate la mia terra?

Grazie. E' l'unica parola che conosco.
Grazie bambino. 
Grazie.
Un bambino mi ha elargito un soldino.
Sorrideva.
Mi ha offerto un sorriso.

Papà perchè quell'uomo tende la mano verso il vuoto?
Piccolo mio ha fame. 
Posso aiutarlo?

Il bambino.
I bambini sono il futuro.
Ma che futuro offriamo noi a loro?
Dovremmo guardare il mondo con gli occhi di un bambino.
Dobbiamo tornar ad essere bambini.
Solo così non ci saranno più guerre.

Dove vado? 
Che faccio?
Vedo due persone.
In divisa.

Cosa mi chiedono?
Dove mi portano?
Ma io non ho fatto nulla.
Siete voi che avete attaccato la mia terra.
Siete voi che volete le risorse della mia terra.

Ho freddo.
Non sento più il mio essere uomo.
Cosa sono?
Sento dire che vogliono fare un piano di svuotamento dell’isola di Lampedusa.

Svuotamento? Ma come le persone sono oggetti?
Siamo oggetti presenti  e non viventi in questa terra magazzino?
Cosa siamo?

Non ho il permesso.
Ma senza permesso non posso negare me stesso.
Io sono essere umano.
Io semplicemente sono.

Marco Barone

Foto: Tina Modotti, Mani di operaio, Messico 1927

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