La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Unicredit, Juventus e Libia.

Cosa mai potrà legare un colosso bancario come l'Unicredit, una squadra di calcio come la Juventus alla Libia?
Provate ad indovinare?
Il capitale.
Eni, Unicredit e Impregilo, ma anche Astaldi, Finmeccanica, Fiat, e perfino la Juventus. In tutti questi anni la Libia ha  in sostanza acquisito diverse partecipazioni nella Corporate Italia.

Tripoli ha formalmente il 7,5% della quota azionaria del gruppo Unicredit, attraverso la Banca centrale libica e il fondo sovrano Lia ed è  dunque il principale azionista dell'istituto.
E le dimissioni di Profumo da Unicredit si realizzarono anche per la vicenda libica, per l'entrata potenziale e consistente nel gruppo azionario di Unicredit   del capitale controllato anche per vie indirette dal dittatore.

Invece la Libyan arab foreign investment company (Lafico) detiene da tempo il 7,5% della Juventus.

Ovviamente solo ora si comprende la vera natura  di Gheddafi.
I suoi soldi prima erano belli, utili, ora per celar tale vergogna, anche in relazione al genocidio  vigente in Libia, tutte le realtà coinvolte cercano di aggrapparsi letteralmente sugli specchi per sminuire il controllo del capitale esercitato dal potere libico.

Questo è il sistema, questo è il modo di funzionar di tale società.
Società che continua a manifestare preoccupazioni, ad indignarsi verso ciò che è stato tollerato per decenni.
Ed ora che per vari motivi il dittatore mostra al mondo intero, ciò che prima veniva nascosto dal potere ipnotizzante del vile danaro, ecco che per strana magia,il mondo si sveglia.
Si sveglia  però guardando i massacri di un popolo intero in TV.
Evviva la comodità borghese della solidarietà, finta, umana.
Probabilmente se la situazione continuerà in tal modo interverranno anche con la forza militare.
Occorre comprendere quali sono i veri interessi economici che ad oggi non hanno consentito un mero intervento diretto delle forze globali del capitalismo per decapitare definitivamente tale regime.
Con Saddam Hussein non hanno atteso un genocidio così efferato, eppure hanno inventato storie e storielle per giustificare l'intervento militare.
Lì dovevan intervenire il prima possibile per accaparrarsi il controllo diretto del petrolio.
Ed in Libia cosa ferma le c.d. forze democratiche?
Cosa?

Marco Barone

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