C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

Immagine
    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Movimento delle banane.Episodio 11: " Sex and love".


Episodio 11: " Sex and Love".
Verrà il momento della verità, così come prima o poi emergerà l'occulta ma non più segreta Loggia di Arcore del 1991; verrà il momento in cui la massoneria garibaldina, mazziniana, cavouriana, risorgimentale controllerà integralmente il sistema Italia, verrà il momento in cui il movimento internazionale contro la globalizzazione annienterà l'essenza stessa del capitalismo, verrà il momento in cui socialismo rivoluzionario e massoneria risorgimentale si confronteranno duramente sulle terre di confine di questo malato paese chiamato Italia.
Tra la Germania che guadagna sulle crisi economiche  irlandesi e greche, e la Cina che compra debiti pubblici europei, Oscar pensa e ancora pensa a ciò che ha visto nella borsa di Luisa.
Cerca di riunir in un colpo solo ciò che è sparso nella sua mente.
Luisa e Oscar affrontarono il loro viaggio di ritorno a Trieste in totale silenzio.
Giunti all'aeroporto di Ronchi dei Legionari si salutarono velocemente perchè Luisa doveva andare.
Doveva andare in quel luogo dove era attesa dall'ispettore capo triestino, doveva andare nel luogo della repressione preventiva, da quella che un tempo era la polizia politica.
Oscar: " Stanca?"
Luisa:" Il viaggio è stato veloce, sono stanca per quello che abbiamo fatto, una notte in giro, la tensione, l'emozione di bananare le chiese..."
Oscar:" figo però, figo, bananare le chiese eh eh".
Luisa: " beh ora è il turno della nostra città"
Oscar: " sì, e non aspettavo altro".
Luisa:" devo andare ora ho appuntamento di lavoro"
Oscar: " in studio? ma non avevi detto che oggi non rientravi?"
Luisa: " sì, ma sai come è questo lavoro, emergenze continue"
Si salutarono con un bacio volante e fuggente.
Oscar era convinto del fatto che Luisa fosse avvocato. Si era presentata in quella mattina del loro poetico incontro come avvocato dalle idee ribelli, ma in verità era tutt'altro. Ma Oscar ancora non lo sa.
Chiuso nella sua stanza del viale xx settembre a pochi passi dalla dimora della rivoluzionaria Ondina Peteani, Oscar ricevette la telefonata di Luisa.
Si diedero appuntamento serale presso la sua stanza, si diedero appuntamento in quel luogo ove Oscar viveva la sua prigionia, perchè quella stanza altro non era che la prigione del suo senso atroce di dubbio.
Chi è Luisa?

Sul viale si ascolta la musica di un musicista di strada, uno di quei pochi che ha conquistato l'autorizzazione per suonare in città. Tempo addietro, pensa Oscar, vagando per le strade di Trieste, incontrai dei musicisti c.d.di strada. Sorridevano,erano allegri, erano “vivi”. Si avvicinarono senza recar alcun disturbo, nessun stato di insicurezza coglieva il mio essere uomo libero, in una terra e città che voglio credere ancora libera. Chiesi cortesemente di suonare Bella Ciao.
La suonarono.
In quel frangente di tempo ove anni di storia e sofferenza scorrevano sulle note di quella che dovrebbe essere il nostro inno nazionale, ho vissuto una grande emozione, una splendida sensazione che probabilmente sarà destinata e rimanere solo un ricordo di vita vissuta.
Ciò perchè, con delibera del Comune di Trieste, entrata in vigore il 15 ottobre 2010, nella splendida città di confine, la Giunta Comunale capeggiata dal Sindaco di destra, che è anche Commendatore della Repubblica nonchè Grande ufficiale,  si dispone in via autoritaria il divieto di suonare per strada.
Tra divieti reali e divieti virtuali, giunge la  non sospirata sera.
Arriva talmente velocemente che neanche il tempo di capire che la luna con il suo chiarore riscaldava i sogni degli animi confinanti sulle rive triestine, rive ove un tempo passava il treno a vapore, ed oggi persone in cerca di stabilità esistenziale, ed ecco che Luisa bussava alla porta della sua stanza.
"Puntuale come non mai " disse Oscar guardando negli occhi sfuggenti  la sua Luisa.
" Sai che odio farmi attendere", replicò con il fiato sospeso nel vuoto.
Oscar: " ascolta devo parlarti"
Luisa:" uhm tu devi parlarmi?"
Oscar: " beh le persone parlano no? Quindi parliamo?"
Luisa: " perchè questo tono?"
Oscar:" ho un dubbio!"
Luisa" amore mio, vieni qui, vieni da me".
Luisa prese le mai di Oscar e le poggiò sul suo delicato e piccolo seno. Oscar sentiva pulsare il cuore di Luisa come non mai, sentiva scorrere il suo sangue, sentiva la sua donna.
Si baciarono, e si spogliarono così selvaggiamente che si ritrovarono in  pochi secondi nudi sul divano verde oliva nella stanza prigione del poeta.
Oscar però pensava ad altro mentre toccava Luisa. Pensava ad altro mentre inebriava il suo essere del profumo di donna.
Pensava ad altro.
Per la prima volta Oscar visse non l'amore ma semplice e rude ma passionale sesso con Luisa.
"Cosa hai?" chiese Luisa al suo compagno mentre lo accarezzava, mentre poggiava la sua testa dubbiosa sul petto di quella che pensava essere la sua vera musa di vita.
" Perchè non me lo hai detto?"
Luisa:" Dirti cosa?"
Oscar: " ho visto il tuo distintivo nella borsa".
Un lungo intenso, immenso, logorante silenzio rendeva quelle pareti della prigione, ancora più gelide, ma nello stesso tempo il respiro dei due innamorati diveniva sempre più ansioso,più pesante.
Luisa: " é che..."
Oscar:" chi cazzo sei tu? Chi sei?"
Luisa:" calmati, aspetta.."
Oscar si rivestiva velocemente, perchè capì che Luisa non smentiva i suoi dubbi. Aveva capito di essere stato tradito.
Oscar: " sei una fottuta sbirra. sei una fottuta sbirra. mi hai tradito, mi hai preso per il culo. Cosa vuoi da me, che cavolo vuoi da me? cosa?"
Luisa: " lo so, ma tutto quello che c'è stato tra di noi è vero, è sincero, è vero"
Oscar: " vero? tu vieni a dire me che è vero? Mi hai fatto anche delle scenate assurde perchè non ti mandavo l'sms o stronzate simili e tu? Mi hai tradito nel peggiore dei modi, nascondendo la tua identità. Ma non finisce qui sai? No. Ora tu mi dici chi sei, cosa vuoi da me, cosa diavolo vuoi da me?"
Oscar piangeva.
Lacrime di rabbia, ma anche di amore tradito piovevano via violentemente da quel cielo notturno che offuscava la sua mente.
Luisa: " ti spiego tutto, ti prego, fammi parlare"
Oscar: " io non prego i santi e prego te? "
Luisa: " devo urlare anche io? vuoi sapere? e saprai!"
Oscar:" non ti permettere di parlare così con me hai capito? Parla sbirra, parla, parla"
Urlò il poeta tradito.
Luisa:" si è vero sono una sbirra. Il mio vero nome è Clara non Luisa."
Oscar:" ah ah ah pure il nome, pure il nome"
Luisa:" ero stata incaricata di infiltrarmi tra i poeti e scrittori ribelli e tu lo eri. Dovevo obbedire agli ordini.."
Oscar:" servi, siete solo dei servi..."
Luisa:" posso continuare o devo andare via?"
Oscar:" no sbirra, tu da qui non esci fino a quando non mi dici tutto, tutto quello che hai fatto con me, su di me, su di me...ma come hai potuto, come, come?"
Luisa:" ti capisco, lo so, ma dovevo. Ogni settimana relazionavo su tutti i tuoi movimenti, sulle persone che frequentavi, sulle tue telefonate, sulle tue mail.."
Oscar:" ah ah ah bella questa pure il pc mi controllavi, stronza, stronza..."
Luisa:" si, anche quante volte andavi in bagno fino a quando.."
Oscar:" fino a quando cosa?"
Luisa:" io sono innamorata di te, ho iniziato a falsificare i rapporti, ma quando mi hai chiamata dicendo che eri a Vibo loro hanno ascoltato la telefonata e non ho potuto mentire".
Oscar:" beh anche il telefono...siete stronziiii"
Luisa:" calmati ti prego, fammi finire.."
Oscar:" senti dimmi ancora ti prego e no so quello che faccio"
Luisa:" io ti amo, Ricordi quando ci siam scambiati il bacio? Quando abbiamo letto il bigliettino del bacio? Ricordi il primo bacio? Era vero, era vero, vero...".
Un lungo silenzio, rotto dalle lacrime congiunte di Luisa e Oscar celarono il furor di rabbia che ardeva i due animi catturati in quel corpo mobile umano che appartiene al poeta e all'agente scelto della Questura di Trieste.
Ma quelle lacrime hanno permesso di andare oltre.
Oscar:" abbracciami, abbracciami, io non ci credo, non può essere cioè non.."
Luisa abbracciò il suo poeta, il suo amore, il suo uomo ribelle che aveva tradito ma non pienamente tradito.
Perchè Luisa confessò, Luisa si privò di quella maschera che la logorava, si privò dal suo essere falsa.
Luisa:" dobbiamo portare a termine l'operazione"
Oscar:" io ho bisogno di riflettere, ho bisogno di capire".
Luisa:" no! Non abbiamo tempo, se non la facciamo come previsto capiranno, capiranno, e tu finirai in galera capito? ".
Oscar:" maledetti, perchè, perchè? Io voglio solo difendere la libertà, voglio solo liberare questo paese dalle campane, eri tu che mi dicevi che ti faceva male la testa per le campane no?Lo ho fatto anche per te, capisci, anche per te".
Luisa:" lo so, ma devi fidarti, devi fidarti".
Oscar: " fidarmi, ora? Ma diavolo mettiti nei miei panni, mettiti nei miei panni".
Luisa:" devi fidarti".

Marco Barone

to be continued

Commenti

Post popolari in questo blog

Una storia per bambini della scuola primaria nella giornata Mondiale della Gentilezza

Come calcolare capienza di una piazza durante manifestazione?

Bruxelles e le vetrine hot