C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Ecco la repressione preventiva: proposto il DASPO per le manifestazioni di piazza.

D.A.SPO ovvero Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive. è una misura introdotta con la legge 13 dicembre 1989 n. 401, al fine di contrastare il crescente fenomeno della violenza negli stadi . Tale misura restrittiva può essere emessa anche per l'esistenza  di una semplice denuncia.

E' notizia di queste ore che  Roberto Maroni, considera come  "interessante" la proposta del sottosegretario Alfredo Mantovano di estendere il Daspo)  anche alle manifestazioni di piazza. "Il Daspo sta funzionando molto bene dentro gli stadi. Riteniamo che questo modello sia esportabile. C'è la possibilità di inserirlo già nel ddl sicurezza; Valuteremo se c'è una maggioranza che sostiene questa proposta". Questo quanto sostentuo dal Ministro a Vicenza. Si vuole ricordare che il ddl sicurezza è in fase di esame al Senato quindi alle porte dell'approvazione.
Solo immaginare cosa voglia dire proporre il DASPO anche per le manifestazioni in piazza e di piazza, anche per l'esistenza di una sola denuncia, ciò oltre che contrastare con ogni diritto italiano, europeo ed internazionale esistente in tema di libertà di manifestazione, e circolazione,  provoca enormi brividi.
E' a dir poco elemento di stampo autoritario finalizzato a reprimere in via preventiva ogni forma di dissenso sociale. E' una provocazione di Stato volta a destabilizzare il dissenso, anche radicale,  sociale.

Intanto nella seduta n. 476 del 17/12/2010 si è realizzata l' informativa del Ministro dell'interno sugli incidenti avvenuti a Roma il 14 dicembre 2010 con  conseguente discussione.

Le forze di polizia, impegnate martedì scorso durante la manifestazione a Roma, «hanno evitato incidenti più gravi» con il loro comportamento.  Questo quanto  dichiarato dal  ministro dell'Interno Roberto Maroni, nel corso di un'informativa al Senato, esprimendo vicinanza e solidarietà agli agenti rimasti feriti.

Gli incidenti registrati «segnano una novità rispetto ad altre manifestazioni di dissenso»,  continua il ministro, rilevando che  gli studenti che manifestavano pacificamente, infatti, sono stati «presi in ostaggio da gruppi organizzati di violenti che avevano il solo scopo di sfregiare una città, colpire i palazzi della democrazia, attaccare gli uomini delle forze dell'ordine. Una minoranza fatta di professionisti della violenza, estranei alle ragioni della protesta e che presumibilmente non vorranno perdere le prossime occasioni di dissenso per imporre un clima di tensione e violenza».
È stata registrata la presenza, secondo quanto riferito dal ministro Maroni, di gruppi organizzati di militanti antagonisti «provenienti da centri sociali autogestiti delle principali città italiane».

Il ministro ha ritenuto prive di fondamento le illazioni diffuse sulla presenza di provocatori inviati o infiltrati dalle Forze di polizia: «ipotesi offensive – ha detto - nei confronti di tutti gli operatori delle forze dell'ordine». Gli agenti che impugnavano la pistola, ha inoltre spiegato, proteggevano le armi di ordinanza dai tentativi di sottrazione dei manifestanti.
La verità, ha riferito Maroni, è che gli agenti hanno agito «con un senso di responsabilità e di legalità esemplare, per tutelare l'esercizio delle funzioni fondamentali delle istituzioni più rappresentative dagli attacchi violenti di gruppi di veri e propri delinquenti».
«I professionisti della violenza - ha invocato Maroni - non possono trovare sponda dalle forze politiche, ma vanno isolati e perseguiti con il massimo rigore».
Il ministro, infine, ha invitato il mondo studentesco a «isolare i violenti, a prevenire le infiltrazioni dei gruppi estranei alla protesta, a collaborare con le forze dell'ordine».

La discussione che è seguita, a parte qualche indicazione di riflessione in merito al disagio giovanile effettuata da parte dell'IDV, si è rivelata in sostanza essere una mera e propria condivisione alle dichiarazioni politiche effettuate da parte di Maroni.

RUTELLI  (Misto-ApI) ha sottolineato che "Non solo non vi sono stati infiltrati o provocatori, ma vi è stata la capacità di intervenire con attenzione - che ho apprezzato - in modo puntuale per verificare se singoli aspetti e comportamenti in singole situazioni non siano stati corretti. Anche questa mi pare una prova di serietà e di professionalità che va sottolineata".

ZANDA (PD) ha evidenziato che "non credo sia serio dar giudizi sui singoli episodi dell'azione delle forze di polizia, perché dobbiamo sempre ricordare quanto sia difficile mantenere l'aplomb quando esplodono gli scontri, quando si è assaliti personalmente, quando le situazioni di pericolo si moltiplicano".

SERRA (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-Io Sud-MRE).  debutta dicendo : "Signor Presidente, signor Ministro, onorevole Sottosegretario, ringrazio per l'informativa, che è stata puntuale e che ho condiviso in ogni punto; non mi soffermerò quindi sulla dinamica dei fatti che lei, signor Ministro, così puntualmente ha descritto".

Come era prevedibile, è stata compresa la pericolosità per la difesa del potere, il loro potere e non della democrazia,  del nascente conflitto sociale, quindi il miglior modo di difendere il sistema è creare zone rosse perenni, reprimere in via preventiva ogni dissenso ed imporre limitazioni, forti, alle libertà costituzionali figlie di quella Carta nata dalla resistenza partigiana al fascismo.
Fascismo la cui essenza era data da divieti, autoritarismo,  esasperazione delle imposizioni, difesa del potere, uccisione delle libertà di espressione, di pensiero, di critica e di manifestare liberamente il proprio dissenso.
Concludo tale articolo con le parole di GASPARRI (PdL) espresse nella seduta di cui si è parlato in precedenza. "È inoltre necessario vigilare sulle attività dei tanti centri sociali segnalati come pericolosi dallo stesso Ministero dell'interno e sulle relazioni tra i violenti di oggi e alcuni protagonisti dei cosiddetti anni di piombo, che hanno apprezzato pubblicamente le proteste di questi giorni. Dunque, è bene che il Governo continui a sostenere al meglio l'operato delle forze di polizia e non sottovaluti il clima d'odio e di tensione presente nel Paese, sfociato nei recenti scontri di piazza e preannunciato dagli episodi di intolleranza di cui sono stati vittima personaggi del mondo della cultura e del sindacato invisi alla sinistra".

Il potere logora il potere, le loro provocazioni  ¡No pasarán!

Marco Barone

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