C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Attentato contro la sede del PRC a Teramo e del PD a Palermo.

A Matera, il  27 dicembre è accaduto che  il sindaco della città, Salvatore Adduce e militanti dell'associazione CasaPound Italia si sono incontrati per discutere di politiche abitative ed è stata illustrata al primo cittadino la proposta di legge per il Mutuo Sociale.
CasaPound è realtà che trova ispirazione nella ideologia di stampo fascista, condivide il Manifesto di Verona, la Carta del Lavoro e la legislazione sociale del fascismo da cui deriva la loro proposta di legge per il Mutuo Sociale.
Realtà associative come queste in Italia, che hanno ispirazione politica ben definita e chiara, non dovrebbero trovare alcuno spazio, ma le Istituzioni o meglio parte di esse, continuano a conferi loro credibilità e ascolto.

Ma a Milano forse succede di peggio. Un comunicato di  casapertutti.org , che è un comitato per il diritto alla casa a Milano denuncia che l' Aler Milano affitta in viale Brianza 20 un locale a Lealtà e Azione, gruppo di estrema destra che fa capo agli Hammerskin, setta neonazista nata a livello internazionale da una costola del Ku Klux Klan.

Sembra che il fascismo sia stato dimenticato in questo paese; sembra che la dittatura nazifascista sia un qualcosa destinato a rimaner solo nei libri di storia.

In tutta questa situazione ecco che  Teramo invece succede che la sede del Partito della Rifondazione Comunista nella notte del 27 dicembre patisce attentato. La saracinesca della sede è stata incendiata. Secondo una prima ricostruzione ignoti, poco dopo le 4, avrebbero cosparso di liquido infiammabile la saracinesca del locale in via della Cittadella, tentando di dare fuoco all'ufficio. Il casuale passaggio di un cittadino che si è accorto del principio di incendio e ha dato l'allarme, ha di fatto permesso che i danni fossero ridotti.
Ma il gesto resta.
Probabilmente tale dinamica deve essere letta nello scontro duro e non solo dialetticamente parlando, che esiste in città tra antifascisti e fascisti. Si voleva ricordare lo scontro di piazza Orsini  di un anno fa,con tanto di accoltellamento,  tra militanti di estrema sinistra e fascisti.

Il comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica ha detto no alla richiesta della manifestazione proposta dal PRC,  perchè la manifestazione si teneva nel periodo delle festività natalizie e anche perchè l'iniziativa veniva «considerata a rischio di turbative per l’ordine e la sicurezza pubblica che potevano interessare anche i cittadini estranei all’iniziativa».

A tale divieto è seguito l'attentato alla sede del Prc di Teramo, che per le modalità con cui è avvenuto, è molto simile a quello accaduto nel mese di settembre 2010  nei confronti della sede del PCL della Versilia di Pietrasanta  che ha denunciato il tentativo di dare alle fiamme la sede vicina al Cro di Pontestrada da parte di ignoti. Le fiamme appiccate durante la notte notte all'ingresso della sede, si sono limitate fortunatamente solo al portone.

Ma notizia di attentato giunge anche dalla Sicilia. Questa volta viene presa di mira la sede del PD regionale di Palermo.
Ma le indagini questa volta sono dirette verso tutt'altra direzione, ovvero nei confronti della sinistra estrema.
Questo quanto riferito dalle prime agenzie di stampa.
Il clima certamente non è dei migliori, tra crisi, licenziamenti, e repressione di ogni tipo.
Cosa accadrà in Italia nei prossimi mesi questo non è dato saperlo,nessuno ha la sfera magica di cristallo; ma i segnali di malessere sociale che si vivono sono allarmanti, bisogna interrogarsi sul fatto se realtà associative di estrema destra che trovano ispirazione in principi di matrice fascista possano continuare ad avere lo spazio che oggi giorno coprono.
Bisogna interrogarsi se i divieti preventivi di manifestare nel centro delle città ed in date ricorrenze, come quelle festive, in un paese democratico o che si definisca tale, abbiano un senso o meno.
Bisogna interrogarsi sul perchè sono in continuo incremento aggressioni anche fisiche nei confronti di militanti di sinistra, di antifascisti da parte di soggetti fascisti o di estrema destra.
Ciò è necessario farlo prima che sia troppo tardi.


Marco Barone

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