Cosa è rimasto del primo maggio nazionale a Monfalcone?

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Si parlava di Gorizia, della storia del suo confine, anche se si era a Monfalcone, che non ha avuto alcun muro nel corso della sua storia, ma solo un confine con Duino, quando si dovevano scegliere le sorti del territorio con la questione del TLT osteggiata tanto dall'Unione Sovietica, quanto dagli americani. Altri tempi, altre storie, nella storia. Ma come è risaputo la scelta di Monfalcone per il primo maggio 2024 è stata logistica ed un ripiego rispetto alla scelta principale di Gorizia in vista della capitale europea della cultura 2025. Una piazza della Repubblica gremita di militanti sindacali, tanti provenienti dal vicino Veneto e anche dal resto d'Italia, tante bandiere, ci si aspettava forse una partecipazione più importante della rappresentanza dei lavoratori immigrati della Fincantieri. Scesero in piazza in 6 mila per rivendicare il diritto a pregare. Il diritto sul lavoro e le questioni del lavoro non sono sicuramente meno importanti, anzi, tutto parte da lì. E gli i

Scuola: Arrivano i primi banchi con sponsor

"Che bello è tutto nuovo".  

Ecco quanto affermato con ingenuo e incondizionato stupore dai bambini della scuola dell' I.C. Regina Elena, nel I Municipio di Roma, alla vista del nuovo arredo scolastico.

(ANSA) - ROMA, 5 NOV- Sono arrivati all’istituto comprensivo Regina Elena, nel I municipio di Roma, i primi arredi scolastici con lo sponsor di Roma. Quarantadue sedie e 21 banchi che hanno riempito questa mattina due classi delle elementari. L’iniziativa della sponsorizzazione privata, lanciata dal presidente del municipio Orlando Corsetti per far fronte alla carenza di fondi pubblici, e’ stata accolta con entusiasmo dalla dirigente scolastica della scuola Rossella Sonnino, ma anche da genitori e insegnanti.Sugli arredi, nuovi di zecca, campeggiano piccole etichette che riportano i nomi dei ’donatori’ ( omissis)  che bello tutto nuovo! hanno commentato i piccoli alunni mentre ancora i montatori stavano assemblando banchi e sedie. ’’Questa e’ la prima scuola di Roma che fa un iniziativa del genere e ne siamo fieri - ha spiegato Corsetti - e ci sono molte altre scuole del municipio che potranno rinnovare gli arredi in questa maniera: l’istituto Grilli, l’Elsa Morante, la Di Donato, il Visconti e tanti altri’’. ’’Prima eravamo costretti a lavorare in situazioni disagiate e con banchi vetusti - ha detto una maestra, Patrizia Fronzi -. A lungo abbiamo avanzato le nostre richieste al pubblico e oggi la risposta ci e’ arrivata dal privato’’. 

Le maestre, o meglio alcune maestre ed i genitori invece con condizionato pensiero hanno espresso il loro consenso a tale iniziativa.

Vedo i bambini entrare in classe, e trascorrere buona parte del loro tempo su quei banchi ove emergono le relative etichette dei nomi dei compratori del nuovo, nuovissimo, ma non purissimo, arredo scolastico.

Si, è vero, lo Stato non ha risposto alle richieste dei genitori, dirigenti e docenti.

Ma ciò è un disegno ben chiaro.

Tagliare i fondi alla scuola, a rischio anche di compromettere la salute e la sicurezza dei bambini, dei lavoratori, pur di costringere i privati ad intervenire per salvare ciò che è stato volutamente destinato verso il degrado più totale.

Molti diranno i soldi non vi sono.

Solite storie.

Storie tipiche di quando si diceva che l'Inps era in "bancarotta" ed ecco allora la necessità di creare i fondi pensioni sponsorizzati anche da alcuni sindacati.

Il risultato?

Lavoratori truffati,mentre l' Inps naviga in acque tutt'altro che nefaste!

Per esempio i soldi sequestrati alla mafia potrebbero essere destinati alla scuola pubblica, per esempio si potrebbero tagliare le spese per le missioni di guerra, per esempio si potrebbero tagliare i fondi alle scuole private...anche nel rispetto della Costituzione,  per esempio si potrebbe  pretendere il pagamento delle tasse anche dal Vaticano, si potrebbe andare all'infinito.

Sì, si potrebbe.

Ma oggi non si può, si deve.

Si deve, per invertire rotta; si deve,  imponendosi al timone di quella nave chiamata Stato, oggi diretta verso l'isola del liberismo speculatore all'ennesima potenza, e condurla con fatica ma amore per la giustizia sociale verso l'isola ove il bene e l'interesse pubblico vengon prima di ogni cosa.


Il punto nodale di tale questione è che la logica prevalente del sistema è quella di aziendalizzare il tutto, quindi, costringere i privati ad intervenire nel pubblico affinchè possano inizialmente essere garantiti i servizi minini, banchi, sedie, carta, e poi in un secondo momento, che certamente verrà, determinare la libertà d'insegnamento, la formazione delle menti delle future generazioni, la selezione dei docenti.

I Pof, i piani di offerta formativa hanno conferito la possibilità alle scuole di concorrere tra di loro, svendendo prodotti che poi nella sostanza non vengono neanche garantiti, ora con i banchi comprati dai privati e con tanto di logo aziendale che in via subliminale probabilmente qualche effetto sui bambini lo manifesteranno, si è intrapreso un percorso che difficilmente verrà arrestato.

Ma ripeto è dovere di tutti noi adoperarsi perchè venga arrestato tale orribilante percorso.

La cosa più normale da fare sarebbe quella di pretendere semplicemente l'affermazione della scuola pubblica, ovvero non permettere che un solo centesimo dei privati entri  di fatto nelle scuole.

Perchè nel momento in cui si accoglie anche sotto la veste di donazione, come è stato definito in modo fuorviante nel comunicato ansa, un bene dal privato , comprato dal privato, che sponsorizza il proprio prodotto nella scuola pubblica, è finita l'indipendenza della stessa .

Ma metteranno il logo anche sulla carta igienica?

Dilemma!

Propongo di boicottare i banchi comprati dai privati e con tanto di logo aziendale, propongo di restituire quei banchi al mittente, propongo di attuare lotta non permettendo che i propri figli iscritti in una scuola pubblica siano circondati da arredi non comprati dal Ministero.

Il problema non è il logo aziendale, come per esempio è emerso a Trani, il problema è proprio il principio che ha trovato mera attuazione.

Diciamo no ai banchi ed alle sedie dei privati nella Scuola Pubblica.

Boicottiamo questi banchi, solo così si costringerà il Ministero ad intervenire.

Marco Barone

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