Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Cile: Marcia di madri mapuches in domanda di giustizia

Santiago del Cile, 29 set (Prensa Latina) Madri mapuches e cilene saranno protagoniste di una lunga marcia dalla regione dell'Araucanía fino a Santiago del Cile in solidarietà coi comuneri imprigionati che oggi compiono 80 giorni di digiuno. La carovana partirà questo mercoledì dalla città di Temuco, nel sud cileno. Di lì si farà un primo tratto in autobus fino a Concezione nella regione del Maule, circa 500 chilometri al sud di Santiago, prima di proseguire verso la zona metropolitana del Cile.

“L'obiettivo è arrivare al Palazzo di La Moneta per offrire appoggio incondizionato alle domande dei nostri figli che stanno esponendo le sue vite per la libertà e per le rivendicazioni più sentite del nostro popolo”, ha sottolineato la lonko (autorità indigena) Juana Calfunao.

“I Mapuches non siamo terroristi. Siamo ancestralmente un paese vincolato alla terra e da 500 anni veniamo affrontandoci a quelli che hanno preteso e pretendono di invaderci per appropriarsi delle nostre risorse e la nostra dignità”, rimarcò la leader dell'etnia.

Ieri si sono sommati al digiuno iniziato il passato 12 Luglio altri tre comuneri della prigione di Temuco, identificati come Hugo Cristián Melinao Licán, Cristián Pablo Levinao Melinao e Sergio Alejandro Licán Levio, ha confermato la portavoce degli scioperanti María Tralcal.

Come nota distintiva si è prodotta inoltre martedì una chiamata di attenzione della Commissione Economica per America Latina ed il Caraibi (CEPAL), con sede in questa capitale, circa le norme contenute nel regime giuridico internazionale sui diritti dei paesi indigeni.

L'istanza mondiale ha ricordato l'obbligo di promuovere e rispettare quello stipulato nella Dichiarazione delle Nazioni Unite del 2007 ed in questione l'Accordo 169 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro da parte degli Stati firmatari.

Quell'ultimo testo, ha emerso la CEPAL, consacra l'obbligo per i governi di “consultare ai paesi interessati, mediante procedimenti appropriati ed in questione attraverso le sue istituzioni rappresentative, ogni volta che si prevedano misure legislative o impiegate suscettibili di colpirli direttamente”.

Questo mercoledì parlamentari di entrambi camere legislastive si costituirebbero in commissione mista per tentare una proposta di consenso sul progetto di riforma alla legge antiterrorista, quella che dovrebbe dopo essere votata nei rispettivi plenum.

I mapuches imprigionati che si mantengono in sciopero di fame in Cile esigono il fine dell'applicazione della citata norma legislativa nelle sue cause e patrocinano per la smilitarizzazione del territorio arauco.

fonte:http://pl-it.prensa-latina.cu/index.php?option=com_content&task=view&id=25617

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