Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Gelmini: bravo Marchionne

Quella di Marchionne è una scelta coraggiosa". Lo dice il ministro della pubblica istruzione, Mariastella Gelmini, in un'intervista al Corriere della Sera di oggi, nella quale prende posizione sulla vicenda dei tre operai dello stabilimento Fiat di Melfi. Secondo Gelmini "le sentenze vanno sempre rispettate, ma vanno rispettate anche le aziende. Sono un luogo di creazione e distribuzione di ricchezza e anche di crescita sociale".

E all'obiezione dell'intervistatore che la sentenza del giudice dispone che i tre lavoratori siano reintegrati anche nel posto di lavoro, e non solo nello stipendio, replica con decisione: "Non vanno tutelati solo quei tre operai ma tutti i lavoratori. Soprattutto quelli che sono stati costretti a fermarsi quando i tre hanno bloccato quel macchinario paralizzando l'intera linea".

Poi, dopo aver fatto una netta distinzione tra i sindacati (Cisl e Uil da una parte, per un sindacato autorevole ma responsabile, Cgil e Fiom dall'altra, sempre alla ricerca dello scontro), Gelmini sposta la sua riflessione su quanto accade "spesso nella pubblica amministrazione e purtroppo anche nella scuola. Ci sono persone che si macchiano di responsabilità gravi che però vengono rimesse al loro posto senza un vero esame dei fatti. Così si uccide la meritocrazia, che è una battaglia che noi stiamo facendo con i sindacati moderati per premiare l'impegno invece degli scatti di anzianità".
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