Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

"Vaffa" si puo' dire ma non al vicino di casa.

Sarà pure vero che il "vaffa" è ormai diventato "di uso comune" e che in alcuni contesti è tollerato ma tra vicini di casa dirlo resta sempre un reato.
Il monito arriva dalla Corte di cassazione che, con una sentenza di oggi, ha accolto il ricorso della procura di Ancona presentato contro l'assoluzione decisa dal Giudice di Pace sulle vicende di un cittadino che aveva proferito un liberatorio "vaffa" nei confronti di un vicino di casa.
Non siamo lontani dai tempi in cui, ha precisato la V sezione penale, la cassazione aveva sdoganato il "vaffa" in alcuni contesti perchè, avevano sostenuto i giudici, si tratta di una parola "ormai diventata di uso comune".
Ma tra vicini di casa le cose stanno diversamente, dice la Suprema Corte. "Proprio perchè - motivano gli Ermellini - coinvolge la vita di relazione quotidiana tra vicini di casa la parola "vaffa", non perde la valenza spregiativa dell'onore che contiene in sè. Infatti, i rapporti di vicinato devono essere improntati ad un maggiore rispetto reciproco tra le persone perchè altrimenti inducono ad una impossibilità di convivenza che invece è necessitata dalla quotidiana relazione nascente dal fatto abitativo, e che deve essere garantita".
http://www.cassazione.net/vaffa-si-puo-dire-ma-non-al-vicino-di-casa-p1246.html

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