C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

incontro nazionale antifascista e antirazzista il 6 febbraio a Napoli

Nelle giornate che hanno preceduto il 40esimo anniversario della strage di Piazza Fontana, avevamo espresso in maniera decisa la necessità di declinare la pratica antifascista in maniera più ragionata, attraverso un’analisi che tenesse conto anche di quanto su questo terreno il movimento di classe aveva prodotto nelle diverse realtà della nostra penisola. Il 12 dicembre 2009 ha dunque rappresentato, oltre che la simbolica ricorrenza della manovra stragista dello Stato, anche un momento di riflessione rispetto alle nuove articolazioni del neofascismo. C’è chi si è concentrato sulla stretta relazione esistente tra vecchie e nuove tendenze autoritarie, chi ha messo in evidenza il continuo sabotaggio delle lotte sociali (oggi come allora represse dal braccio armato dello Stato e ignorate dai media mainstream), chi ha puntato allo smascheramento dei fascisti “riciclati” negli apparati amministrativi, chi ha guardato con maggiore interesse ai legami mai interrotti tra lo squadrismo fascista e la destra istituzionale, e chi - in ultima analisi – ha focalizzato l’attenzione su due fenomeni ormai usciti dagli argini: la deriva xenofoba e razzista che interessa ogni città e quartiere d’Italia e l’affondo revisionista che punta alla riscrittura della Storia e allo sdoganamento dei fascisti di ieri e di oggi.

Praticare oggi l’antifascismo significa quindi declinare e coordinare le articolazioni di cui esso vive sforzandoci di elaborare un paradigma teorico e pratico valido per le differenti situazioni che ci si profilano di fronte. Nell’invitare ad una discussione di questo calibro crediamo anche che non si possa prescindere dal riconoscere la triplice base su cui esso debba necessariamente poggiare, ovvero quella sociale, quella culturale e quella militante. Così come non si può prescindere, pensando ad un coordinamento nazionale, dalla costruzione di una rete di mutuo soccorso e solidarietà attiva capace di prendere collettivamente parola di fronte ai sempre più frequenti casi di repressione. Per questo crediamo sia arrivato il momento di promuovere una giornata nazionale di dibattito che ponga a confronto le diverse realtà che su questo terreno si muovono, e che questo terreno praticano, indicando sommariamente alcuni spunti di riflessione che ci auguriamo potranno essere oggetto di dibattito il prossimo 6 febbraio.

- la costruzione di un fronte comune capace di controbattere alla campagna revisionista che da anni è in corso nel nostro paese e che vede nell’attacco alla resistenza comunista il proprio architrave;

- la costruzione di una rete nazionale capace di amplificare, promuovere e socializzare quanto viene prodotto e fatto localmente e al tempo stesso in grado di riannodare il filo rosso della solidarietà militante;

- la costruzione di uno spazio di dibattito nazionale che partendo dalla nuova composizione sociale della classe sia in grado di inquadrare in termini più ampi il fenomeno razzista e xenofobo ed i compiti del movimento di classe;

Abbiamo appositamente stilato questo breve appello in una forma semplice, senza entrare nel cuore delle singole questioni e senza avere la pretesa di avere già una chiave di volta perché convinti che dovrà essere la discussione del 6 febbraio prossimo a darci una parziale risposta ai molti nodi oggi esistenti.


NAPOLI- SABATO 6 FEBBRAIO ORE 15:00
- DOMENICA 7 FEBBRAIO ORE 10:30

presso: CENTRO CULTURALE "LA CITTA' DEL SOLE"

vico san giuseppe maffei a san gregorio armeno N.18

ANTIFASCISTI E ANTIFASCISTE

per info www.12dicembre. net

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