Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Israele, un nuovo piano edilizio per costruire oltre 700 alloggi in Cisgiordania

Il presidente palestinese ha chiesto la sospensione del progetto prima di riavviare i negoziati di pace

Israele ha oggi reso noto un progetto edilizio che prevede la costruzione di oltre settecento alloggi nelle aree della Cisgiordania, che considera come appartenenti a Gerusalemme.
Sotto pressione statunitense, il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, aveva ordinato a novembre di congelare per dieci mesi la realizzazione di nuove costruzioni in Cisgiordania, escludendo dalla misura in oggetto le zone frontaliere situate alla periferia di Gerusalemme.
Le autorità israeliane hanno, però, lanciato un bando per la costruzione di 198 alloggi a Pisgat Zeev, di 377 abitazioni a Neve Yaakov e di 177 residenze a Har Homa. Tutte colonie situate molto vicine a Gerusalemme.
Immediate le reazioni del mondo palestinese. Un portavoce del presidente palestinese Abbas ha condannato il progetto, affermando che tutte le nuove costruzioni, realizzate nei territori occupati da Israele dopo la Guerra dei Sei Giorni del 1967, sono illegali.
"Il governo israeliano - ha affermato Nabil Abou Rdainah, consigliere molto vicino ad Abbas - mostra ogni giorno che passa di non essere pronto per la pace". Il presidente palestinese esige la completa sospensione delle attività di colonizzazione, prima della ripresa dei negoziati di pace.

Lo stato di Israele aveva già attirato le critiche della comunità internazionale il mese scorso, con l'approvazione di un progetto edilizio che prevedeva la realizzazione di novecento nuovi alloggi nella colonia di Gilo, alla periferia di Gerusalemme-Est, dove vivono 40.000 israeliani.
da peacereporter

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