Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

Monfalcone si divide sui bengalesi lo scontro dei lettori su Facebook

Una città che si confronta su Facebook. "Monfalcone pulita, piazza vecchia e senza bangla" e "Monfalcone pulita nei cervelli" sono le due pagine di social network contrapposte che in pochi giorni hanno raccolto un migliaio di fan ciascuna, su una popolazione residente totale di appena 28 mila anime. Su "Il Piccolo" in edicola una pagina dedicata a questo duello
Monfalcone, una città che si confronta e scontra su Facebook. "Monfalcone pulita, piazza vecchia e senza bangla" e "Monfalcone pulita nei cervelli" sono le due pagine di social network contrapposte che in pochi giorni hanno raccolto un migliaio di fan ciascuna, su una popolazione residente totale di appena 28 mila anime. Sulla prima pagina, quella del "no" ai bengalesi, trovano spazio le posizioni più intransigenti e leghiste contro l'"invasione" di stranieri; sulla seconda si sono scatenati i fautori della tolleranza e della critica nei confronti di posizioni di stampo razzista, tra l'altro del tutto trasversali rispetto all'appartenenza sociale e partitica.

Domani Il Piccolo in edicola dedicherà una pagina a questo duello. Monfalcone, celebre per i cantieri navali, città governata da tempo immemore da giunte di centrosinistra, ha una popolazione ufficiale di poco meno di 28mila abitanti, ma reale di circa 35mila, considerando le famiglie di lavoratori dell'appalto Fincantieri. Gli stranieri sono circa 4000, il 15%. Di questi, quelli provenienti dal Bangladesh sono 1400, il 5% del totale. Una presenza, questa, che risulta molto evidente soprattutto nella zona del centro, dove la comunità asiatica si è insediata. La convivenza tra autoctoni e "bangla" è diventata difficile, non fosse altro che per la differenza di stili di vita. C'è ora davvero il rischio di una deriva di stampo razzista? (30 novembre 2009)
repubblica.it

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