La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Brasile, indios Kayapò protestano contro nuova diga in Amazzonia

Il progetto devierebbe il corso del fiume Xingu distruggendone l’ecosistema

Inizia oggi la settimana di protesta degli indiani Kayapò contro la costruzione della diga sul fiume Xingu, in Amazzonia. Saranno almeno duecento gli indios coinvolti nelle manifestazioni contro il governo brasiliano, accusato di non aver discusso il progetto con la comunità indigena di Piaraçu. La diga devierà l'80 percento delle acque del fiume, con devastanti effetti su fauna e flora di almeno 100 chilometri delle rive abitate dai Kayapò.
L'associazione Survival International ha inoltrato formali proteste al governo, che ha inviato sul posto rappresentanti dei ministeri coinvolti nell'operazione. Ma ad aumentare la tensione ha pensato il ministro alle miniere e all'energia, Edison Lobão, secondo il quale "forze demoniache" sono all'opera per bloccare il progresso del Brasile. "Parole abiette e offensive nei confronti nostri e di tutti coloro che difendono la natura" ha risposto il leader dei Kayapò, Megaron Txucarramae.
La battaglia degli indios inizia nel 1989, anno in cui riescono a fermare un primo progetto di diga sullo Xingu. Vent'anni dopo chiedono al presidente Lula "che vengano condotti studi adeguati e venga aperto un dialogo con i popoli indigeni. Vogliamo partecipare a questo processo senza essere considerati demoni impegnati ad impedire il progresso della nazione".

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