Andare avanti con il passo del gambero..c'erano una volta i bunker della guerra fredda e GLADIO

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L'organizzazione GLADIO fu voluta non tanto dalla NATO ma dagli americani per costituire un gruppo paramilitare, clandestino e incostituzionale, di migliaia di persone, prevalentemente civili, pronto ad intervenire in caso di invasione da parte dei comunisti jugoslavi od eventualmente sovietici. Come la storia ha insegnato non ci fu alcuna invasione, ma i rapporti tra pezzi di GLADIO e la strategia della tensione rimangono una delle pagine più nebulose della storia repubblicana italiana su cui probabilmente non ci sarà mai piena verità. Collisioni tra massoneria, servizi deviati, neofascisti, con l'obiettivo unico di non consentire l'avanzata del comunismo in Italia ed in Europa, perchè Stay Behind era presente ovunque non solo in Italia, ma quello che accadde in Italia non ebbe eguali nel resto d'Europa.    Attraversando il Carso, devastato dalle trincee, può capitare di imbattersi anche in  alcuni bunker della guerra fredda che dovevano essere utilizzati per cercare d

Attentato a Falcone, Grasso rilancia: "Resta il sospetto di un'entità esterna"


«Perché il giudice non fu ucciso a Roma dove era più vulnerabile e invece furono necessari 500 kg di tritolo?»


MILANO - Dietro la strage di Capaci in cui morì il giudice Giovanni Falcone «resta il sospetto che ci sia stata qualche entità esterna che abbia ideato, agevolato oppure dato un appoggio a Cosa nostra». Ne è convinto il procuratore nazionale Antimafia, Pietro Grasso, che davanti alla commissione Antimafia rilancia la «lettura» dell'uccisione del giudice come qualcosa di non completamente riconducibile a Cosa Nostra.

GLI INTERROGATIVI - «Non c'è dubbio che la strage che colpì Falcone e la sua scorta siano state commesse da Cosa Nostra. Rimane però l'intuizione, il sospetto, chiamiamolo come vogliamo, che ci sia qualche entità esterna che abbia potuto agevolare o nell'ideazione, nell'istigazione, o comunque possa aver dato un appoggi all'attività della mafia» ha detto Grasso. Dopo aver citato numerosi passaggi delle sentenze sulla vicenda, il procuratore nazionale Antimafia si pone e gira ai commissari un quesito: perché si passò dall'ipotesi di colpire Falcone mentre passeggiava per le strade di Roma all'attentato con 500 chilogrammi di esplosivo, collocato a Capaci. Una scelta, quella dell'attentato, che ha una modalità «chiaramente stragista ed eversiva. Chi ha indicato a Riina queste modalità con cui si uccide Falcone? Finchè non si risponderà a questa domanda sarà difficile cominciare ad entrare nell'ordine di effettivo accertamento della verità che è dietro a questi fatti». In precedenza, Grasso aveva ricordato che inizialmente Falcone era in un elenco di obiettivi da colpire a Roma, elenco che comprendeva, oltre al magistrato, il ministro Martelli, il giornalista Barbato e Maurizio Costanzo. Oltre a fare i sopralluoghi per colpire Costanzo, i mafiosi a Roma frequentavano noti ristoranti per verificare se effettivamente il giudice vi andasse a cena. Ad un certo momento, nel marzo 1992, Sinacori (il mafioso che eseguiva i sopralluoghi) va a Palermo e in quella sede Riina gli dice che non c'è più bisogno di colpire Falcone a Roma, perché «abbiamo trovato qualcosa di meglio».
repubblica.it

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