La celebrazione del fascismo della passeggiata di Ronchi di D'Annunzio e l'occupazione di Fiume

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Mio caro compagno, Il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Ancora una volta lo spirito domerà la carne miserabile. Riassumete l'articolo !! che pubblicherà la Gazzetta del Popolo e date intera la fine . E sostenete la causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio Non sarà stato forse un fascista dichiarato, D'Annunzio, certo è che non fu mai antifascista, era lui che aspirava a diventare il duce d'Italia e la prima cosa che fece, all'atto della partenza da Ronchi per andare ad occupare Fiume, fu quella di scrivere a Mussolini, per ottenere il suo sostegno. Perchè D'Annunzio ne aveva bisogno. Il fascismo fu grato a D'Annunzio, per il suo operato,  tanto che si adoperò anche per il restauro e la sistemazione della casa dove nacque D'Annunzio e morì la madre. E alla notizia della morte, avvenuta il 1 marzo del 193

Ispettori negli ospedali della Calabria

La decisione del ministro Sacconi: sono chiamati a far luce sulle cause dei decessi


dal corriere.it Giovedì un'altra morte sospetta in un ospedale della Calabria, quello di Lamezia Terme, dopo un intervento chirurgico per appendicite acuta e, dopo 24 ore, il ministro Sacconi invia ispettori a far luce sui casi recenti di sospetta malasanità nella regione.

L'ULTIMA VITTIMA - Giuseppe Francolino, 26 anni, originario di Tropea (Vibo Valentia), secondo quanto si è appreso si era recato all'ospedale "Jazzolino" di Vibo Valentia il 17 agosto con dolori all'addome. In quell'occasione gli erano stati prescritti antidolorifici. Tuttavia in seguito al persistere dei dolori il giovane è stato ricoverato all'ospedale di Lamezia Terme, dove è stato operato nei giorni scorsi di appendicectomia. Giocvedì sono giunte le complicanze che hanno portato al decesso. I familiari hanno sporto denuncia ai carabinieri. «Mio figlio non ha avuto un soccorso immediato, poi le cose si son complicate ed è morto»: è l'atto di accusa di Domenico Francolino, il padre di Giuseppe, il ragazzo di 26 anni morto nella tarda mattinata di ieri nell'ospedale di Lamezia Terme dopo essere stato sottoposto, nei giorni scorsi, ad un intervento chirurgico per peritonite.

L'INVIO DEGLI ISPETTORI - Gli ispettori del ministero della Salute collaboreranno col Servizio sanitario della Regione Calabria per accertare le cause dei sei decessi che si sono verificati negli ultimi 20 giorni in Calabria. A deciderlo è stato il ministro Maurizio Sacconi, dopo la catena di morti sospette che si sono verificate negli ultimi giorni, a cominciare da quella di Sara Sarti, la bambina di cinque anni deceduta lunedì scorso nell'ospedale di Locri.

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