Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

Cile, uno Stato nello Stato


I Mapuche disposti a chidere al governo di Santiago la creazione di uno Stato autonomo nel sud del Paese

Le continue polemiche che animano il rapporto fra il governo della presidente Michelle Bachelet e le comunità Mapuche cilene non fanno altro che dissotterrare un vecchio discorso a cui i leader indigeni sono molto affezionati: la creazione di uno Stato Mapuche indipendente.

La nascita di un governo autonomo da sistemare geograficamente nel sud del Paese sarebbe una soluzione al conflitto generato da quella che i Mapuche considerano un'usurpazione delle terre che abitano fin dal tempo dei tempi da parte delle grandi industrie idroelettriche e forestali.
La conferma arriva da uno dei leader Mapuche, Aucan Huilcaman, inizialmente perplesso sulla creazione di uno stato indigeno. ""Sarebbe possibile creare una nazione Mapuche dove si possa convivere in armonia e sotto una legislazione propria" dice Huilcaman.
Il leader non si ferma a questo e sottolinea come i Mapuche oggi siano il 10 percento dell'intera popolazione cilena.

Comunque, non è tutto oro quello che luccica. La gestione "politica" della comunità potrebbe, nonostante i buoni propositi, risultare particolarmente complicata. Forse è anche per questo motivo che a Gustavo Quilaqueo, indio Mapuche, è venuto in mente di fondare il primo partito politico della comunità indigena: il partito nazionalista Mapuche. Quilaqueo però è consapevole che le proposte che verranno presentate non godranno di molta considerazione da parte della politica cilena. Come avvenuto, purtroppo, in passato. Nonostante tutto, Quilaqueo è convinto che l'unica via possibile da percorrere per vedere lo sviluppo della comunità Mapuche e affinchè questa possa avere più voce nel capitolo sociale cileno, debba essere quella della lotta politica. E per farla ha deciso di iniziare la raccolta delle 5 mila firme necessarie per "legalizzare" il suo partito.
Il dibattito è aperto. La decisione dei nativi cileni potrebbe anche influenzare tutte quelle comunità indigene che all'interno dei loro paesi non trovano spazi sufficienti a garantire loro sviluppo sociale e culturale.
da peacereporter

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