Il tempo si è letteralmente fermato alla stazione di Miramare di Trieste

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Un gioiellino liberty di epoca asburgica, che consente di arrivare al castello di Miramare, attraversando il polmone verde di Trieste, che affascina il viaggiatore, perchè il tempo si è fermato in via Beirut, a  Grignano come in nessun altro luogo a Trieste.  Un gioiellino che è ora chiuso, ora aperto, ma che necessita di essere valorizzato, riqualificato. Purtroppo già in passato preso di mira da azioni di vandali, ragione per cui venne eliminato il glicine che caratterizzava la pensilina esterna, preso di mira con vandalismi che hanno comportato spese per migliaia di euro da parte di RFI per effettuare interventi di restauro di natura  conservativa. Quella piccola stazione affascina e non ha eguali in Italia, ed è auspicabile che si possano trovare le risorse, gli intenti, la volontà, per farla ritornare ai fasti di un tempo. Purtroppo il tempo fa il suo corso e dei lavori di manutenzione sono necessari per ripristinare quel bene storico che viene invidiato da chiunque si soffermi a

Le dimissioni dalla magistratura del Dott. Luigi Apicella

da 19luglio1992.org
I testimoni della verità e gli anticorpi del sistema

Riceviamo dalla Dott.ssa Gabriella Nuzzi, pubblichiamo integralmente e sottoscriviamo una lettera con la quale il magistrato commenta le dimissioni di Luigi Apicella dalla magistratura additando le responsabilità di quei poteri forti che hanno violentemente attaccato il “pericoloso” lavoro svolto da Luigi de Magistris e dalla procura di Salerno.
Al fine di proteggere gli interessi di quella schiera di intoccabili che le loro stesse indagini avevano identificato e che rischiavano di compromettere.

L’addio del Procuratore Apicella alla magistratura è un gesto che desta profonda amarezza e sconcerto, che non può e non deve essere “liquidato” nelle brevi, laconiche parole pronunciate dal Presidente dell’A.N.M.
Occorre riflettere a fondo sulle ragioni di questa “scelta” obbligata.
L’opinione pubblica e le forze sane interne delle istituzioni hanno il diritto di conoscere la verità, del perché un intero apparato istituzionale, sulla base di un’inaccettabile menzogna (l’inscenata “guerra tra Procure”) e con tanta unanimità di intenti, abbia attaccato così violentemente dei servitori dello Stato, tolto loro le funzioni inquirenti, bloccato le indagini nelle quali erano impegnati, messo in atto una meticolosa opera di distruzione della loro reputazione personale e professionale.
Siamo stati lasciati soli, nel silenzio e nella indifferenza di chi, per dovere istituzionale oltre che morale, avrebbe dovuto accertare i fatti e tutelarci, in balia di attacchi di ogni genere, senza alcuna possibilità di difesa, senza diritto alcuno (per quanto mi riguarda, neppure quello ad essere madre), folli artefici di un disastro istituzionale o, piuttosto, testimoni scomodi di una verità devastante, in attesa che, lenta e silente, giunga finalmente la nostra eliminazione, la quieti ritorni e la normalizzazione del “sistema” sia definitivamente compiuta.
Stiamo pagando un prezzo altissimo per quella verità ed è in nome di essa che è necessario fare al più presto chiarezza su quanto è accaduto e sta accadendo, perché nessun magistrato sia più costretto a lasciare, per il proprio onore, il lavoro che ama.


Gabriella Nuzzi (Fonte: www.antimafiaduemila.com, 28 luglio 2009)



Caso De Magistris: Luigi Apicella lascia la Magistratura. "L' ANM mi ha lasciato solo".

Addita le responsabilità dell’Anm che “non ha lanciato nessun allarme” e punta il dito contro le istituzioni, il giornalismo e la politica "che parimenti non hanno lanciato alcun allarme sui gravissimi fatti compiuti da magistrati (quelli di Catanzaro) per corruzione in atti giudiziari e falso che avevano, tra l'altro, tolto con procedure illegittime al magistrato inquirente (l'ex pm di Catanzaro Luigi De Magistris ora parlamentare europeo), la trattazione di due gravissimi procedimenti penali".
Con queste parole, affidate ad una lettera inviata al capo dello Stato e al ministro della Giustizia, l’ex procuratore di Salerno Luigi Apicella si è dimesso poche ore fa dalla magistratura. Una rinuncia all’incarico "con effetto immediato ad essere trattenuto in servizio fino al settantacinquesimo anno di età".
Apicella, che per oltre 45 anni ha svolto l’attività di magistrato “con lealtà, abnegazione, trasparenza e libero di condizionamenti nel rispetto delle leggi per assicurare la giustizia ai cittadini", come lui stesso ha spiegato, ha ricordato l’”eccezionale impegno profuso dai magistrati della Procura della Repubblica di Salerno sotto la mia direzione anche in complesse indagini di criminalità organizzata di stampo camorristico, in maxi inchieste per reati contro la Pubblica Amministrazione". Un impegno "che ha ricevuto costantemente conforto nelle competenti sedi di giudizi anche di legittimità". Così come era accaduto per l’ordinanza del Tribunale del Riesame di Salerno che aveva giudicato perfettamente legittimo il discusso decreto di sequestro probatorio emesso lo scorso dicembre nell’ambito del cosiddetto “Caso de Magistris”. Al quale era seguito il controsequestro della procura di Catanzaro all’origine di quella che giornalisticamente, in modo totalmente errato e strumentale, era stata definita “guerra tra procure”.
"Questi eccellenti risultati – ha proseguito Apicella nella sua lettera - apprezzati anche dal procuratore nazionale Antimafia, dalle istituzioni, dalla stampa e dai cittadini, non hanno evitato che mi venisse inflitta una sanzione che inclina la mia fiducia nella giustizia. Non è questa la sede per discutere dei provvedimenti assunti dai miei colleghi di ufficio e da me, né per dolermi delle decisioni assunte nei nostri confronti, dei quali ciascuno rende conto innanzitutto alla propria coscienza umana e professionale, ma che comunque forniscono un quadro dell'attuale stato della giustizia in Italia. Tuttavia dalla valutazione dell'intera vicenda non posso non rilevare come non ci sia stato alcun allarme da parte del magistrati dell'Anm, né delle istituzioni, né del giornalismo, né della politica; né all'epoca dell'esecuzione dei sequestri; né in questi ultimi otto mesi su gravissimi fatti ampiamente ricostruiti e documentati nelle oltre 1.400 pagine 'dell'incriminato provvedimento di sequestro".
Apicella ha ancora sottolineato di non potersi meravigliare “di come non vi sia stato allarme da parte dell'Anm e delle istituzioni sulla circostanza che alcuni di questi magistrati hanno continuato a trattare e gestire dopo il 2 dicembre 2008 coi procedimenti penali. Né posso non dolermi sull'adozione nei miei confronti di una sanzione così grave (sospensione dalle funzioni e dallo stipendio), pur non essendo indagato di gravi reati, come corruzione e falso, ma essendomi prodigato come dovevo per le funzioni esercitate per verificare la commissione di questi gravi delitti". "Sereno per aver sempre compiuto il mio dovere – ha concluso - nonostante le difficoltà incontrate come in questo caso, orgoglioso per aver ispirato ed assicurato nei cittadini fiducia nella giustizia, così come testimoniato da tanti messaggi, ma deluso dal silenzio dell'Associazione Nazionale Magistrati e dalle istituzioni su fatti allarmanti e dal trattamento ricevuto dopo essermi impegnato per accertare tali fatti, ritengo di esprimere la mia profonda amarezza lasciando la magistratura".
La decisione dell’ex procuratore di Salerno è stata commentata dallo stesso Luigi de Magistris, già pm a Catanzaro e ora parlamentare europeo, che ha definito le dimissioni di Apicella un grande successo per la criminalità organizzata “grazie al contributo di questo Consiglio Superiore della Magistratura”. La decisione del magistrato, ha spiegato il deputato dell’Idv, arriva dopo che questi “era stato fermato dal CSM in quanto indagava, insieme ad altri magistrati, sui poteri forti e sulla masso-mafia presente anche in magistratura”. In Europa, ha concluso, “porteremo anche la vergogna di un CSM piegato a logiche di potere inaccettabili”.


Redazione ANTIMAFIADuemila (Fonte: www.antimafiaduemila.com, 27 luglio 2009)

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