C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Alcuni provvedimenti del Consiglio dei Ministri di oggi 31 luglio 2009


Il Consiglio ha quindi approvato i seguenti provvedimenti:

su proposta del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e dei Ministri del lavoro, salute e politiche sociali, Maurizio Sacconi, delle infrastrutture, Altero Matteoli, e dello sviluppo economico, Claudio Scajola:

- uno decreto legislativo che modifica ed integra in maniera incisiva la normativa vigente in materia di sicurezza dei luoghi di lavoro, proseguendo il processo di complessiva rivisitazione e ammodernamento delle regole sulla sicurezza iniziato con la legge delega n. 123 del 2007 e culminato nel decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 (testo unico in materia di salute e sicurezza dei luoghi di lavoro). Il provvedimento apporta alla normativa in vigore alcune significative modifiche che recepiscono le criticità e le lacune emerse nei primi mesi di applicazione del testo unico, migliorando le regole sulla sicurezza nell’ottica di favorire la chiarezza del dato normativo quale presupposto per favorirne un’applicazione corretta ed efficace. Le principali novità introdotte riguardano, quindi, oltre alla semplificazione formale di alcuni documenti fondamentali (quali ad esempio la valutazione dei rischi), la razionalizzazione delle sanzioni penali ed amministrative conseguenti alle violazioni degli obblighi da parte di datori di lavoro, dirigenti e personale preposto, sulla base dell’effettività dei compiti rispettivamente svolti, proporzionando le sanzioni alle realtà lavorative connotate da rischi particolari. Ulteriori novità consistono nella migliore definizione del ruolo degli organismi paritetici e nel potenziamento del ruolo degli enti bilaterali che, in quanto espressione di competenze tecniche adeguate, certificano i modelli di organizzazione della sicurezza in azienda, al fine di incentivare la diffusione di tali strumenti di tutela della salute e dei livelli di sicurezza. Sul provvedimento sono stati acquisti i pareri delle Commissioni parlamentari e della Conferenza Stato – Regioni, nonché quello delle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative dei lavoratori e dei datori di lavoro;

su proposta del Ministro per le politiche europee, Andrea Ronchi, del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, e del Ministro per le pari opportunità, Mara Carfagna:

- uno schema di decreto legislativo, che in attuazione della direttiva 2006/54/CE, modifica il Codice delle pari opportunità tra uomo e donna (decreto legislativo n. 198 del 2006), per adeguarlo ai nuovi precetti della normativa comunitaria sul principio delle pari opportunità e della parità di trattamento fra uomini e donne riguardo l’occupazione, l’impiego, l’accesso al lavoro, la promozione, la formazione professionale, la retribuzione, nonché i regimi di sicurezza sociale. Vengono inoltre modificate le sanzioni a carico dei datori di lavoro inadempienti. Il provvedimento sarà trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni e alle Commissioni parlamentari per l’acquisizione dei pareri.

Il Consiglio dei Ministri ha poi autorizzato, su proposta dei Ministri per la pubblica amministrazione e l’innovazione e dell’economia e finanze, l’assunzione a tempo indeterminato di 1.370 unità di personale (di cui 190 progressioni verticali e 250 unità di incremento della percentuale per il part-time) presso gli Enti e le Amministrazioni pubbliche che hanno provveduto ad attuare i risparmi di spesa previsti dal decreto-legge n. 112 del 2008.

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