C'era una volta Gorz. Gorizia, la città più tedesca del "nord est italiano"

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    Gorizia è oggi, a causa degli eventi del '900, conosciuta forse come la città più italiana, delle italiane, anche se la sua peculiarità discende dal passato asburgico, quello che affascina, quello che interessa i turisti, insieme alla questione dell'ultimo "muro" caduto che divideva Gorizia da Nova Gorica. A partire dal 1500 Gorizia conobbe la sua svolta, una città dove convivevano, senza ghettizzarsi, idiomi diversi, dove la cultura germanofona era rilevante, con l'ultimo censimento dell'Impero che arrivava a contare poco più di 3000 cittadini di lingua tedesca. Tedesco, sloveno, friulano, italiano. Il nome Gorizia, è un nome slavo, una città dallo spirito tedesco, di cui oggi si è praticamente perso pressoché ogni traccia. Salvo iniziative di qualche realtà associativa privata, che mantengono con impegno e passione viva la lingua tedesca a Gorizia e contributi da parte di alcuni storici e studiosi, in città si è assistito ad un vero e proprio annichilime

Report Assemblea Abruzzese contro il G8

Siamo contrari al G8, e siamo in particolare contrari al G8 a L’Aquila.
Il nostro territorio si appresta a vivere la fase più drammatica del dopo terremoto, dove la militarizzazione è sempre più sofferta dagli sfollati, dove le scelte della ricostruzione vengono calate dall’alto dal commissario delegato Bertolaso azzerando sul nascere ogni tentativo di partecipazione, dove vengono proibite libere assemblee nelle tendopoli, dove la tragedia si trasforma in occasione per il piano di speculazione edilizia che il governo Berlusconi aveva già pronto nel cassetto. Ma questa nostra emergenza non esclude nessuno: la pratica autoritaria avallata dal Decreto 39/2009 rappresenta un allarme democratico che riguarda il futuro di tutto il nostro paese.

In queste condizioni, il peso dello svolgimento del G8 sarà insostenibile: pensiamo allo schieramento di forze dell’ordine (per cui si parla già dalla settimana prima del vertice della preventiva chiusura delle principali vie di comunicazione con l’esterno), pensiamo allo stato di libertà vigilata in cui le migliaia di persone che oggi vivono nelle tendopoli saranno costrette a sopportare. In quel momento le nostre genti esperiranno la dura contropartita della menzogna che i media hanno contribuito a creare, far credere che il G8 a L’Aquila possa essere una positiva vetrina per la terra dei terremotati, vero e proprio colpo di genio di Berlusconi. Saranno giornate di rabbia, ma anche di sempre maggiore sofferenza per chi ha già perso tutto o molto.

Come organizzazioni attive quotidianamente sul nostro territorio, siamo responsabili in prima istanza di portare avanti la battaglia per la democrazia nella ricostruzione, che adesso ci viene imposta dall’alto, scavalcando anche le più tradizionali forme di rappresentanza democratica.
Abbiamo bisogno di tutta la nostra forza per vincere, per non restare schiacciati dalla speculazione dell’economia della crisi, ma anche per tentare di ricostruire dalle macerie nuovi rapporti sociali.

La proposta che portiamo all’assemblea nazionale è di prendere atto della eccezionale condizione del territorio aquilano e abruzzese, per cui riteniamo non sostenibile lo svolgimento di un controvertice NO G8 e corteo
internazionale data la complessità anche organizzativa che esso comporterebbe, che probabilmente sarebbe difficilmente compresa dalla nostra popolazione.
Ovviamente se c’è chi pensa opportuno e possibile la realizzazione di un controvertice e corteo classici in altri luoghi daremo il nostro contributo.

Riteniamo tuttavia che questa possa essere l’occasione per pensare a nuove forme di risposta alle politiche globali: crediamo che le numerose iniziative che sono già in preparazione nel resto del paese, a partire dalla Giornata dell’indipendenza che i No Dal Molin terranno il 4 luglio a Vicenza, potrebbero contribuire a costruire un “controvertice diffuso” sul territorio nazionale, in cui l’appuntamento aquilano (che terremo nei giorni successivi o precedenti il G8) potrebbe essere costituito da forum ed iniziative in cui verranno trattati ed agiti i temi delle alternative alle crisi globali ma a partire da quello della ricostruzione sociale. A ciascuno degli eventi nazionali che si stanno sviluppando e che si svilupperanno sarebbe riservata una tematica che maggiormente caratterizza le realtà locali, dalla lotta alla devastazione ambientale a quella contro le guerre preventive globali, dalla difesa della
laicità alla ricostruzione sociale nel dopo terremoto aquilano.

La preannunciata assemblea nazionale sul tema G8 si terrà a L’aquila il 1 Giugno (al Parco Unicef-Via Strinella ) dalle 11 alle 17 per permettere a quante più realtà la partecipazione con il seguente ODG :

1-Il terremoto naturale e quello sociale: il contesto aquilano ed abruzzese attraverso le esperienze sociali delle reti che stanno operando nel territorio

2-Le lotte territoriali e globali : come opporsi al G8 e costruire oggi le alternative alle crisi globali.

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