L'Ilo: un morto ogni 15 secondi
28 aprile 2009. Oggi a Ginevra si celebra l'evento mondiale per sensibilizzare l'opinione pubblica sui temi della prevenzione e del contrasto alle malattie professionali. La drammaticità dei numeri: ogni anno 2,3 milioni di vittime di incidenti letali e 280 milioni di infortunati
GINEVRA - "Ogni 15 secondi un lavoratore muore per incidente o malattia professionale, ogni giorno circa un milione di lavoratori subiscono un infortunio e ogni giorno si possono verificare oltre 5.500 incidenti mortali". E' questo il bilancio stimato dall'Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro) nel rapporto "Health and life at work: a basic human Right", pubblicato oggi in occasione della Giornata mondiale per la sicurezza e la salute sul lavoro.
Un bilancio, purtroppo, in continuo peggioramento. Secondo l'organizzazione dell'Onu, ogni anno muoiono 2,3 milioni di lavoratori per incidenti sul lavoro o malattie professionali. E, oltre ai casi di incidenti letali, sono circa 280 milioni gli infortuni sul lavoro non mortali e 180 milioni i nuovi casi di malattie professionali che si verificano ogni anno. Tutto questo ha un costo altissimo, non solo sociale ma anche economico, che si aggira intorno al 5% del prodotto nazionale lordo mondiale.
Proprio per questo il rapporto dell'Ilo richiama l'attenzione di istituzioni, datori e lavoratori sulla necessità di attuare un efficace sistema di gestione dei pericoli e dei rischi negli ambienti professionali, a favore della tutela di tutti i soggetti coinvolti nel processo produttivo. Molteplici i fattori di criticità che, secondo l'Ilo, possono pregiudicare il benessere psico-fisico e sociale dei lavoratori: dalle innovazioni tecnologiche (che modificano in tutti i settori dell'economia le caratteristiche dell'organizzazione delle imprese) alle relazioni lavorative, alla composizione della forza lavoro; dall'andamento demografico e occupazionale (che condiziona il tipo e la natura dei rischi negli ambienti di lavoro) alla crisi economica mondiale che, incidendo sulla struttura organizzativa delle imprese, compromette le misure di sicurezza e provoca una maggiore compromissione dei fattori psico-sociali e un aumento dei costi umani ed economici legati al fenomeno degli infortuni.
"La salute e la sicurezza sul lavoro è un diritto umano e parte integrante di un'agenda per lo sviluppo incentrata sull'individuo", afferma, così, il direttore generale dell'Ilo, Juan Somavia. "Un lavoro non sicuro è una tragedia umana, una preoccupazione quotidiana: la povertà aumenta laddove le malattie o gli infortuni riducono o eliminano la capacità di lavorare. Molte di queste tragedie che interessano ogni anno milioni di lavoratori rimangono sconosciute e lontane dalle prime pagine dei giornali. Eppure, si potrebbe fare molto per prevenirle. Ci guadagnano tutti ad avere un ambiente di lavoro sicuro e salubre. I lavoratori e le loro famiglie, i governi, le imprese, le società e le economie hanno dei vantaggi a ridurre gli incidenti sul lavoro, gli infortuni e le malattie professionali".
(sac/roma)da inail
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