Quella lenta riscoperta delle proprie origini ricordando i caduti austroungarici contro la damnatio memoriae del nazionalismo italiano

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Timidamente, negli anni, son sorti dei cippi, delle targhe, dei monumenti, defilati o meno, con i quali ricordare ciò che dall'avvento del Regno d'Italia in poi in buona parte del Friuli è stato sostanzialmente cancellato dalla memoria pubblica, ma non ovviamente da quella privata. Un territorio legato all'impero asburgico, che ricorda i propri caduti italiani che hanno lottato per la propria terra asburgica. Nei ricordi  memorie delle famiglie che si son tramandate nel tempo è difficile raccogliere testimonianze negative di quel periodo, sostanzialmente si viveva tutti assieme, ognuno con le proprie peculiarità e l'irredentismo italiano era solo una minoranza di un manipolo di esagitati. Poi, come ben sappiamo, con la guerra, le cose son cambiate in modo terrificante, per arrivare alla dannazione della memoria che ha voluto cancellare secoli e secoli di appartenenza asburgica. Lentamente, questi cippi, targhe, dal cimitero di Ronchi, al comune di Villesse, a Lucinico,

No al licenziamento del lavoratore che sbaglia la emissione dello scontrino


Non può essere licenziato il lavoratore che sbaglia più volte abbattere lo scontrino. Lo stabilisce la sezione lavoro della Corte di Cassazione (sentenza 4368/2009) che ha respinto il ricorso di un Supermercato della capitale confermando la decisione dei giudici di merito di reintegrare il dipendente nel posto di lavoro. Anche se aveva sbagliato per ben cinque volte e sempre in difetto battere lo scontrino di un cliente, il licenziamento, secondo Piazza Cavour, appare una misura eccessiva, fermo restando la sanzionabilità del comportamento. Secondo la Corte il fatto che il lavoratore abbia errato nel battere uno scontrino “non costituisce lesione del vincolo fiduciario a causa della mancanza di prova della malafede''. In sostanza pur potendosi ipotizzare una diversa sanzione disciplinare, non si può di certo giustificare il licenziamento. Del resto i giudici di merito avevano fatto notare che il lavoratore era stato trasferito dal panificio al reparto salumi e quanto accaduto poteva essere dipeso semplicemente da ''confusione e inesperienza di un particolare banco''.
da studiocataldi

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